“Un Prof 3”,2025
Un confronto tra genitori e figli, con una riflessione su come la scuola dovrebbe accompagnare i ragazzi d’oggi. La farà dal 20 novembre in prima serata su Rai 1 Alessandro Gassmann, protagonista delle nuove sei puntate di Un Professore 3: il coraggio di scegliere dirette da Andrea Rebuzzi. Al suo fianco Claudia Pandolfi, Nicolas Maupas, Damiano Gavino, Nicole Grimaudo, Dario Aita.
Una serie che alterna toni drammatici e commedia, giallo e melò, che permettono di affrontare temi molto seri senza mai rinunciare alla leggerezza. Al centro ritroviamo Dante Balestra, un insegnante filosofo pronto a dare consigli, comprensivo verso gli altri, meno verso se stesso. Il liceo Da Vinci si trasforma in un crocevia di emozioni e colpi di scena. Sempre più complicato il suo rapporto sentimentale con Anita (Pandolfi), diventata supplente di inglese.
Per la VB è tempo di maturità e di pensare a un futuro che tra paure, scelte e desideri, diventa il vero banco di prova. E mentre cerca di guidare i suoi ragazzi nel difficile passaggio dall’adolescenza all’età adulta, Dante si ritrova al centro di un vortice di rapporti personali che rischia di travolgerlo, con segreti e problemi che chiedono di essere svelati, e risolti. Dovrà trovare il coraggio di affrontare un difficile dilemma: quanto costa essere davvero se stessi?
«La scuola dei mie sogni guarda lontano – commenta l’attore, presentando le nuove puntate -. Dovrebbe essere più elastica, più vicina ai ragazzi, meno rigida. I genitori dovrebbero somigliare di più a quelli della mia generazione, molto attenti, che ponevano dei paletti all’interno dei quali c’era totale libertà, ma che non andavano superati. Dobbiamo parlare, stare con i nostri figli anche quando non ci va. Con mio figlio Leo ci frequentiamo molto, c’è tanto da imparare da queste nuove generazioni, alle quali vorrei lasciassimo un pianeta meno disastrato.»
È molto affezionato al personaggio di Dante e non lo mollerà neppure nella quarta stagione che, anticipa, stanno già preparando. «È il professore che avrei voluto e non ho mai avuto, al contrario di mio figlio ero un pessimo studente, considero eroici quelli che insegnano nelle sedi disagiate. Mi piace perché ha tanti difetti, qui comincia a capire i suoi limiti, prova sensi di colpa, diventa più fragile, più coinvolto, cresce.»
Questa fiction, sostiene l’attore, invita alla discussione, a ragionare su chi siamo, a parlarci non solo attraverso i telefonini: «Viviamo in una società violenta, muro contro muro, buono o cattivo, manca il confronto reale, si deve riaccendere il dialogo tra generazioni.» È anche convinto che sia necessario fare educazione sessuale e sentimentale a scuola: «Non possiamo relegare l’educazione dei ragazzi alle piattaforme del porno. Bisogna tirarli fuori da ciò che non è amore, da quella violenza che interpretano perché non conoscono alternative.»