Dopo aver riposto la tuta gialla di Kill Bill nell’armadio oramai da tempo, sembra che Uma Turman abbia comunque preso gusto a rappresentare donne invincibili. Una volta c’era Superman che, sotto le mentite spoglie di Clark Kent, si occupava del benessere del mondo sempre che la criptonite non si intromettesse per smorzare gli effetti dei suoi poteri. Oggi, nella sempre attiva fabbrica dei super eroi, nasce un nuovo prototipo. G-Girl è una biondona che svolazza in gonnella, cercando di arrivare in tempo per sventare catastrofi naturali od incidenti di proporzioni incredibili, facendo sfoggio di poteri acquisiti grazie ad una misteriosa meteorite e di una evidente instabilità emotiva che sconvolge la vita dei suoi ex fidanzati. Detto questo, dobbiamo precisare anche che questa perla di originalità comica nasce dall’idea di Don Payne ( autore per molto tempo di I Simpson) e dalla regia di Ivan Retman ( Ghostbuster – L’acchiappafantasmi, Strips – Un plotone di svitati), la cui intenzione è stata quella di riunire un cast adatto ( Luke Wilson ed Anna Faris) per rivoluzionare e rinnovare lo schema classico della commedia romantica. Un tentativo che, nel migliore dei casi, può definirsi fallito in ogni suo aspetto.

Innanzitutto è relativa e personale l’esigenza di apportare della innovazioni ad un genere che viaggia attraverso delle strutture ben definite e riconoscibili, in secondo luogo sarebbe il caso che tali novità, nel caso in cui se ne sentisse proprio l’esigenza, fossero in qualche modo capaci di creare un insieme armonico e gradevole. Se essere degli artisti vuol dire agire ignorando del tutto le regole del buon senso allora possiamo inserire a pieno diritto autore e regista nella facoltosa e sempre più numerosa lista. Blissando ovviamente sulla tematica improbabile ed inverosimile di tutta la vicenda che è indiscussa, non è assolutamente possibile produrre un film al di fuori di qualsiasi genere e pretendere che abbia una sua consecutio logica inetriore capace di attrarre, far sorridere o quantomeno intrattenere. La mia super ex – ragazza, aggirandosi nei menadri non ben definiti di commedia sentimentale, fantasy e fantascientifico, è un colpo di sonno senza precedenti. Mancando di una vera e propria direzione ci troviamo di fronte ad un prodotto che vuol tenere i piedi in mille scarpe, evitando così gli aspetti più prevedibili del genere, ma anche fallendo ritmi ed ambientazioni che lo caratterizzano con successo. Più adatto ad una parodia il film riesce a stento a strappare una risata di gusto, mentre la maggior parte dei suoi 95 minuti sono caratterizzati da una noia irreversibile.

di Tiziana Morganti