Vittoria di share per la fiction di RaiUno contro la tragedia del Titanic

Potrebbe stupire il successo di una serie televisiva incentrata sulle vicende dell’ennesima famiglia italiana alle prese con tutte le difficoltà possibili e immaginabili, in confronto al grandioso racconto sulla messa a punto del Titanic. Eppure gli ascolti registrati da Una grande famiglia (una media del 25% di share in tutte le sue sei puntate) e da Titanic – Nascita di una Leggenda, (una media di appena il 13% di share negli episodi finora andati in onda), entrambe fiction di recente programmazione su Rai 1, parlano chiaro. Sembra proprio che i telespettatori prediligano la realtà di un’odierna storia familiare al mito dell’imponente transatlantico costruito a Belfast, nei cantieri dell’Harland, durante i primi del ‘900 e tragicamente affondato nel corso del suo viaggio inaugurale.

Non sembrerebbe illogico ipotizzare che tale schiacciante preferenza sia, probabilmente, da attribuire all’insofferenza di un pubblico ormai stanco di vedersi riproporre continuamente il più grave disastro mai avvenuto nella storia della marina. In infetti, negli ultimi tempi, in occasione della ricorrenza dei cent’anni dal giorno della tragedia, tra il ritorno al cinema in versione 3D della pellicola di James Cameron ed uno Speciale Ulisse curato da Piero e Alberto Angela sull’argomento, di certo, quello del Titanic sembra essere un tema usurato. Sta di fatto, in ogni caso, che il family-drama di Riccardo Milani risulta, agli occhi del grande pubblico, di più rapida presa e facile immedesimazione, rispetto al pretenzioso ed elaborato sceneggiato in costume di Ciaran Donnelly, peraltro dai faraonici costi di produzione.

Indubbiamente un cast vincente, come quello composto da Stefania Sandrelli, Alessandro Gassman, Stefania Rocca e Gianni Cavina, non è stato ininfluente sulla calorosa accoglienza riscossa. Tuttavia rimane fuori discussione che il punto di forza di questa fortunata serie appena conclusasi risieda nella sua grande capacità di scandagliare, attraverso tutte le problematiche dei Rengoni, quelle tipiche di ogni famiglia, passandole meticolosamente in rassegna l’una dopo l’altra. Così da proporre, puntata dopo puntata, un’accurata analisi di temi semplici, eppure sempre attuali come la vita, la morte, l’amore, il tradimento, le menzogne, i segreti, i dissapori, il rapporto con la religione e l’omosessualità.

Tutto ciò sullo sfondo di un periodo particolarmente difficile per l’ormai conosciuta dinastia di industriali brianzoli che, dopo aver perso per una tragica fatalità il primogenito Edoardo, si ritrova a far fronte a debiti e ipoteche per salvare la sua azienda. Un dramma che riflette quello dei tempi e che attrae, quindi, inesorabilmente l’attenzione degli italiani i quali, non solo si rispecchiano in quei problemi più grandi di loro ma addirittura si sentono consolati e rincuorati, paragonandoli ai propri. Restando al contempo consapevoli che, nei momenti critici e non, l’unica certezza a cui potersi aggrappare resta sempre e comunque proprio la famiglia, il «luogo dove tutto accade», che «custodisce le nostre verità e nasconde i nostri segreti» e «dove si impara l’amore che sopravvive a tutto».