Titolo originale Après Vous, questo lungometraggio francese è una commedia dolce e amara scritta ed interpretata in modo egregio che conferma il buon momento del cinema francese e le capacità registiche di Pierre Salvadori, che riesce coniugare disperazione e tenerezza, senza mancare di seduzione. I personaggi del film, un maitre e il suo amico, sono dotati di una simpatia unica, pur dibattendosi in marasmi esistenziali e in problemi sentimentali di ogni tipo e fanno quadrato sulla loro genuina autenticità. L’Antoine messo in scena da quello straordinario attore d’oltralpe che si chiama Daniel Auteuil, lavora in un grande ristorante, apprezzato per la sua professionalità e precisione, in una routine senza grandi emozioni fino all’incontro con Louis, che si sta suicidando perché una ragazza lo ha respinto. I due iniziano a vivere sotto lo stesso tetto e il maitre rivela quanto aveva bisogno di aiutare qualcuno per uscire da una vita comoda e piatta. La sceneggiatura è una miscela esplosiva: alle risate per situazioni assurde e sgangherate fa da contralto la lucida disperazione di due uomini maturi che trovano nella complicità maschile un modo per confrontarsi con loro stessi, tra fragilità, ipocondrie e voglia di tenerezza.

Quando Antoine scopre dove abita l’ex fidanzata dell’amico e se innamora, le menzogne e gli equivoci non intaccano il legame serrato tra due solitudini di diverso stampo. La boutique di fiori dove lavora Blanche si presenta come un piccolo teatro dove si celebrano i sentimenti e si instaura un gioco delle parti, mentre il ristorante tailandese diventa il luogo dove le bugie prima aumentano, poi cessano del tutto. Condito da un cast in grande spolvero, soprattutto Auteuil e José Garcia che non hanno intenzione di giocarsi la loro piacevolezza con facili volgarità, né strizzatine d’occhi verso un pubblico adolescenziale, il film si presenta a tutti gli effetti come una commedia sentimentale tragicomica, in cui ognuno può trovare la sua dose di divertimento, ma ci si può soffermare su come i sentimenti interpersonali arrivino senza bussare, su come identità blindate possano lasciarsi andare in palpiti del cuore e a baci furtivi, neanche si fosse tornati tutti quindicenni. A volte il cinema insegna anche a vivere e a gestire le proprie emozioni e se in una storia di amore e di amicizia si apprendono piccoli escamotage per salvare uno e l’altra, siamo tutti un poco più soddisfatti…

di Vincenzo Mazzaccaro