Nuove e lugubri presenze partecipano al battesimo della pubertà del mitico maghetto britannico. Perplessità, timori ed un mondo che sempre di più va stretto: signore e signori l’adolescenza. Harry Potter è cresciuto e l’adeguamento stilistico del racconto non poteva lasciare inalterate le forme descrittive dei primi due film della serie. Se la Rowling giustamente alza il tiro della sua penna, anche la produzione si adegua a suo modo, convocando Alfonso Cuaròn, regista di Y tu mama tambien e già di un film per famiglie targato Warner dal titolo La piccola principessa. Il grande talento narrativo di Cuaròn gli dà la possibilità di ridurre il più lungo dei tre libri al più corto dei film, con una ricchezza di contenuti non seconda a nessuno dei precedenti. Chris Columbus, Mister Mamma ho perso l’aereo, che decide comunque di seguire il progetto in veste di produttore, si dice soddisfatto della scelta, e col senno di poi, non possiamo dargli torto. Per chi si chieda quali siano i peggiori timori durante le fasi di crescita dell’essere umano, se i fantasmi dell’infanzia o le ben più reali angosce dell’adolescenza, la scelta potrebbe restare in bilico. Ma se pensiamo alla attinenza dei quesiti adolescenziali, che più di tutti pongono l’attenzione sulla ricerca e definizione della propria identità psicologica, fisica e sociale, in fase di distacco e autonomia dalle figure genitoriali (Harry Potter attribuisce erroneamente i suoi prodigi all’intervento del padre), ci viene da pensare che la Rowling si sia fatta una sana e completa lettura di saggi di pedagogia, prima di imbattersi in questo terzo libro, tanto ricco di contenuti in tal senso. Nell’universo giovanile le paure amano prendere una forma, ed ecco che nell’universo potteriano fanno il loro ingresso delle creature molto vicine ai Nazgul de Il Signore degli anelli, a loro volta tratti dalla rappresentazione visiva della più grande di tutte le paure, la “Grande Mietitrice”, si tratta dei Dementors (Dissennatori).

Due uomini e una donna contro il mondo, come i disinibiti Julio Tenoch e Luisa del road movie Y tu mama tambien, così Harry, Ron ed Hermione, si allontanano dalle convenzioni, dalle istituzioni: Harry fugge dagli odiati zii e Hermione dà un pugno in pieno volto a Malfoy. Anche nel vestiario le cose sono cambiate: al grembiule scolastico si sostituisce un più libero abbigliamento jeans e maglietta che dà più libertà anche sul set. Daniel Radcliffe come Gael Garcia Bernal? Forse nella mente di Cuaròn. Come diversi esponenti di una tipologia di successo (commerciale il primo e autoriale il secondo), noi non possiamo che augurare ad entrambi di immergersi un po’ l’uno nel mondo dell’altro. Harry Potter e il PdA, che fa un uso come sempre alto di effetti digitali visivi, viene anche confezionato nel rivoluzionario sistema IMAX, il più grande al mondo, creato da Graeme Ferguson, Roman Kroitor e Robert Kerr nel 1967, ma che in Italia non potremo apprezzare in quanto ci sono solo 180 sale dedicate a questa tecnologia e nessuna di queste si trova nel nostro paese. In tale proposito la Medusa aveva stretto un accordo per realizzare in Italia 7 sale IMAX entro il 2003, ma ad oggi ancora non se ne sa nulla. Il cast è come sempre stellare: Gary Oldman e Emma Thompson irraggiano lumi di arte recitativa, uno confinato dentro un manifesto e l’altra dietro un paio di occhiali a fondo di bottiglia, ma quando entrano in scena sono loro a farla da padroni. A rendere perplessi è la scelta del periodo di uscita di questo film, oramai di tradizione natalizia, in diretta concorrenza (negli USA) con Shrek 2, altro prodotto così altamente appetibile per lo stesso giovanissimo target. Comunque per i temi trattati, le atmosfere e la ricchezza delle immagini questo terzo film ci sembra fin ora il migliore della serie. Promosso Cuaròn, staremo a vedere se Mike Newell sarà così abile da non bruciarsi con i calici di fuoco…

di Alessio Sperati