Aridateci Melrose Place! Ricordate la serie televisiva che circa 12 anni fa spopolava su Italia 1, lanciando personaggi come Heather Locklear (la crudele Amanda) e Courtney Thorne-Smith (la dolce Allison)? La regia era firmata da Howard Deutch che, dopo La strana coppia del 1998 (con Jack Lemmon e Walter Matthau) e Family Affair del 2000, ritroviamo ora nelle nostre sale con F.B.I.: Protezione testimoni 2, ennesimo film che va ad accrescere l’infinita categoria dei sequel americani. Questa volta si tratta del secondo capitolo delle imprese del tragicomico killer Jimmy ‘Tulipano’ Tudeski, alias Bruce Willis, che, messi da parte fucili e spietatezza, apparentemente è diventato un perfetto casalingo, tutto dedito alla cucina e alla mogliettina Jill (Amanda Peet). L’incantesimo del tranquillo quadretto familiare viene rotto dal boss di Chicago Lazlo Gogolak (Kevin Pollack) che, uscito dal carcere, vuole vendicare la morte del figlio ucciso da Tudeski. Per scovare il nemico, Lazlo ne rapisce l’ex-moglie Cynthia (Natasha Henstridge) che ne frattempo si è risposata con il dentista Nicholas Oseranski (Matthew Perry), detto Oz. Disperato, Oz va in Messico a chiedere aiuto proprio all’ex killer, adesso sotto la protezione dell’ F.B.I.. Comincia così una serie di avventure a lietissimo fine, giunti al quale ci si chiede: era proprio necessario questo “numero 2”? Se vi siete persi nella lettura della trama, sappiate che ci sono buone probabilità che lo facciate seguendo la storia sul grande schermo. Il fatto è che, mentre almeno nella serie tv prima citata gli attori sembravano ricordarsi di essere sullo stesso set, in questa nuova pellicola sembra invece che ciascuno vada per conto suo, per niente aiutato da una sceneggiatura che fa acqua in più punti. Si avverte l’assenza del regista Jonathan Lynn, che aveva diretto il primo episodio. Qui non bastano la comicità fisica di Perry (il mitico Chandler della serie televisiva Friends) e l’espressione intrigante di Willis a farci ricordare che ci troviamo di fronte ad una commedia e ad impedirci di addormentarci. Anche dei talenti hanno bisogno di essere ben diretti! L’unica eccezione è rappresentata da Kevin Pollack che, nel ruolo del divertentissimo mafioso proveniente dall’est Europa, rappresenta la sola valida new-entry nell’immutato cast del primo episodio.

di Patrizia Notarnicola