Combattere il potere corrotto ovunque si trovi. E’ in sintesi il messaggio che Edward Norton affida al film Motherless Brooklyn-I segreti di una città, da lui scritto, diretto, prodotto, interpretato, con il quale ha aperto la Festa del Cinema di Roma che arriverà nelle sale il 7 novembre con Warner Bros. Un denso, affascinante, classico poliziesco a tinte noir ambientato nelle cupe atmosfere della New York anni ’50, molto liberamente ispirato all’omonimo romanzo di Jonathan Lethem, affidato a un cast stellare tra cui emergono attori del calibro di Bruce Willis, Alec Baldwin, Willem Dafoe, Bobby Cannavale e Gugu Mbatha-Raw nel ruolo di Laura Rose, la donna che darà una svolta determinante alla vicenda.

Il cinquantenne attore statunitense, a Roma per presentare il film con la protagonista, si è cucito addosso i panni del problematico detective privato Lionel Essrog, afflitto dalla sindrome di Tourette che l’ha isolato facendogli compiere improvvisi e inconsulti movimenti. Ossessivamente determinato a trovare i mandanti dell’omicidio del suo capo e amico Frank Minna (Willis), dovrà dipanare oscuri segreti custoditi gelosamente per i quali in molti lasceranno cruentamente la vita, avventurandosi tra pericolosi gangster prezzolati nei bassifondi di Brooklyn, tra i fumosi jazz club di Harlem, scontrandosi con il più potente e pericoloso affarista della città. Ad aiutarlo a dipanare la torbida matassa la giovane, colta attivista afroamericana Laura Rose, impegnata a difendere i diritti degli emarginati cittadini di colore cui il potente boss requisisce le povere abitazioni per trasformarle in lussuose dimore.

“Il personaggio del libro è memorabile, ci ho visto subito un bel ruolo per me – racconta Norton -. ho cambiato molto il libro ma coinvolgendo Jonathan che è un grande esperto di cinema, un appassionato di New York come me, entrambi ci viviamo da trent’anni. Ho scelto di fondere il romanzo con una storia che aveva una dimensione politica più profonda e lui è stato d’accordo. Abbiamo pensato a Raymond Chandler e al suo Philip Marlowe”.
Molto incisiva la colonna sonora di Daniel Pemberton che dà il ritmo al film. “La musica fonde come in un frullatore tutto ciò che amo, i diversi stili, le influenze- spiega. E’ il jazz pop dell’epoca, di Miles Davis e Charlie Parker, basato sull’improvvisazione, ha una certa attinenza con i sintomi della Tourette che ho studiato a fondo, trasforma i disturbi del protagonista in qualcosa di liberatorio”.

“La mia Laura è una sfida ai cliché sulle donne di colore di quell’epoca – spiega l’attrice inglese di origine sudafricana – non è una casalinga, una cantante jazz o una femme fatale. E’ laureata e combatte contro la discriminazione razziale, il loro non è un incontro sentimentale e in una società che li emargina tentano di aiutarsi a raggiungere i loro scopi ma l’intricata vicenda prenderà pieghe inaspettate”.
Una storia lontana nel tempo ma dalla dimensione politica sempre attuale . “Quello che stiamo vivendo in questo momento storico riguarda un aspetto della democrazia liberale che è senza tempo, che riguarda gli Stati Uniti ma anche l’Europa – commenta Norton -. Abbiamo messo il potere in mano al popolo ma c’è sempre la minaccia di innamoramento di personaggi potenti e oscuri, bisogna stare sempre svegli”.