La vita è una meravigliosa scatola dei ricordi che tutti possiamo riassemblare. Lo consiglia Nicolas Bedos che, in tempi in cui tutto va troppo rapidamente, ci incoraggia a non trascurare la nostra memoria col suo secondo film, La Belle Epoque, l’esilarante, imperdibile commedia nelle nostre sale dal 7 novembre che ha entusiasmato pubblico e critica alla Festa del Cinema di Roma, evento piuttosto avaro di capolavori.

L’attore e regista francese trentanovenne ha presentato la pellicola (già fuori concorso al Festival di Cannes) con l’affascinante Fanny Ardant che dà il meglio di sé nel film accanto ad uno strepitoso Daniel Auteuil, a Doria Tillier , Guillaume Canet, Pierre Arditi. Sceneggiatura, cast, musica, scenografie perfetti per questa storia divertente, ironica, emozionante, che come una moderna seduta psicoanalitica fa riflettere sulla corsa alla rivoluzione tecnologica che isola le persone, sull’usura che il tempo crea nelle relazioni sentimentali, sul potere taumaturgico della nostalgia, che con un salto nel passato può far rifiorire caratteri e sentimenti.

Bedos ha filmato la rinascita mentale e fisica di Victor (Auteuil), un fumettista di successo avanti negli anni stanco e disorientato dall’era digitale, in crisi con moglie e figli, cui un eccentrico imprenditore propone di rivivere il giorno più bello della sua vita. Come in un film che si rispetti, il cliente vivrà nell’epoca scelta ricreata in ogni dettaglio grazie a scenografie che riproducono alla perfezione palazzi, auto, strade, locali, abiti, musiche, immergendo i protagonisti nelle atmosfere di allora.   Victor sceglierà di rivivere il giorno del 1970 in cui in un caffè di Lione incontrò Marianne, l’amore della sua vita, innescando gustosissime reazioni a catena.

“Marianne è un misto di forza e crudeltà, non si rassegna alla crisi del marito, vuole risvegliarlo – racconta Ardant -. E’ un personaggio ricco di contraddizioni, violenta e fragile per paura di perdere l’amore”. L’attrice, splendida nei suoi 70 anni, non ha nostalgia del passato. “Non dimentico niente di ciò che ho fatto – confessa-, vivo in contemporanea presente e passato”. Di Bedos dice: “Per un’attrice un bravo regista è come un giardiniere, sa farti crescere”. E come dimostra anche stavolta, lei non ne ha proprio bisogno.