Vivere le proprie utopie per superare un momento tanto complicato. E’ la ricetta servita dal talentuoso trentanovenne regista salernitano Sydney Sibilia (Smetto quando voglio) con la tragicomica commedia L’incredibile storia de L’Isola delle Rose che, a sale chiuse, approda in streaming dal 9 dicembre. Un film originale Netflix prodotto da Groenlandia, che rende finalmente giustizia al bistrattato prodotto italiano, ben scritto dal regista con Francesca Manieri, interpretato da Elio Germano, Matilda De Angelis, Fabrizio Bentivoglio, Luca Zingaretti, Leonardo Lidi, Tom Wlaschiha, Violetta Zironi, François Cluzet.

Una storia incredibilmente vera ma semisconosciuta, che racconta un pensiero utopistico di libertà, ambientata nella primavera del 1968, nell’anno della tumultuosa contestazione studentesca. Il giovane, geniale, visionario ingegnere Giorgio Rosa (Germano) decide di costruire un’Isola al largo di Rimini, fuori dalle acque territoriali, nel mare di nessuno, e la proclama stato indipendente, con tanto di lingua, moneta e passaporti per chi ne richiede la nazionalità. Un’Isola d’acciaio, un mondo a parte, in cui la libertà individuale è il valore assoluto in cui vale una sola regola: niente regole!
In questa impresa impossibile avrà al suo fianco il suo migliore amico, un giovane imprenditore più propenso ai bagordi che all’azienda di papà, un misterioso naufrago in cerca di approdo, un animatore delle notti romagnole in cerca di una nuova vita e una ventenne romantica in cerca di lavoro. E poi Gabriella (De Angelis), una giovane all’avanguardia per quei tempi, che Giorgio trascina nella sua ambiziosa avventura e nella sua vita.

L’Isola delle Rose attira ben presto l’interesse della stampa e soprattutto di frotte di ragazzi da mezzo mondo, trasformandosi in mito, in caso internazionale che incuriosisce persino l’ONU, la Commissione Europea, diventando un quasi insormontabile problema politico per il Governo italiano che non può tollerare la fondazione di un nuovo Stato in acque così vicine. Tutti i Partiti si schierano contro l’Isola. Perché un’utopia che diventa realtà non può che avere conseguenze imprevedibili.

Un film molto divertente, apparentemente leggero ma che offre tanti spunti di riflessione .“Oggi l’idea di libertà è declinata al ribasso, non siamo tutti sullo stesso livello di sopravvivenza, è difficile poter sognare, pensare al futuro – commenta Germano -. Mi è piaciuta l’idea di raccontare un’epoca che non era omologata come questa, il cui motore era una specie di gara a essere più strani mentre oggi c’è la gara a nascondersi, a sparire”.
“Ognuno di noi è potentissimo, può costruirsi il mondo che vuole” sottolinea Sibilia. Ma visto che nel mare era impossibile costruire l’isola, l’ha fatto nelle enormi piscine dei mega studios acquatici di Malta, con l’aggiunta di qualche effetto speciale, ma niente di finto assicura. Ha incontrato il 92enne Giorgio Rosa (scomparso nel 2017) nella sua casa di Bologna, per capire cosa c’era dietro quell ’idea, che ha poi trasformato in film.

Zingaretti indossa i panni dell’ allora Presidente della Repubblica Leone.”E’ stato divertente rivisitare certi momenti folli degli anni ’60” spiega. “Di Franco Restivo si sapeva poco – dice Bentivoglio -, fu uno tra i padri fondatori della nostra Costituzione, compreso l’articolo 11 contro la guerra, che poi fu disatteso”.
“La vicenda dell’Isola delle Rose è una metafora quando, in maniera discreta e silenziosa, una piccola illusione viene mandata in frantumi da una dimostrazione di forza da parte della politica- spiega il regista -. Ma non solo: è l’avvincente storia di una campagna di invasione lunga 55 giorni, che vide il Governo italiano contro un uomo solo, accusato di colpe insensate. Alla fine, gli si dichiarerà perfino guerra”.
Fu l’unica guerra di aggressione contro un altro Stato mai combattuta dalla Repubblica Italiana.