Nei cinema il film di Jonathan Levine

Si può parlare di cancro coi toni lievi della commedia? Una risata, spesso, è la miglior medicina, come vuol dimostrare il film del regista Jonathan Levine 50 e 50 ispirato alla storia autobiografica di Will Reiser, interpretato dal nuovo, brillante astro del cinema indipendente americano, Joseph Gordon-Levitt, dal 2 marzo nelle sale con Eagle Pictures. L’ottimismo nella lotta al terribile male non può certo che far bene a chi ne è colpito, e a chi gli sta vicino.

È la filosofia dello sceneggiato Reiser, che ha vissuto e vinto la sua personale battaglia contro il tumore, e ha voluto travasare sullo schermo l’umorismo e la sofferenza che si scontrano, in un viaggio toccante e spesso esilarante, attraverso l’esperienza dolorosa della malattia che il giovane protagonista si trova ad affrontare completamente impreparato. Adam è un ventisettenne di successo, ha una bella fidanzata, tanti amici, una vita appagante, quando all’improvviso scopre di essere gravemente malato e di dover iniziare il calvario della chemioterapia.

Ascolta incredulo il medico che, senza peli sulla lingua, gli annuncia che avrà 50 possibilità di farcela e 50 di morire. E lui stupito risponde: «Impossibile, faccio sport, mangio sano, sono ambientalista, ho un ottimo lavoro e una ragazza bella e sexy». Ironico il personaggio del suo miglior amico (Seth Rogen), che sfrutta le sue condizioni per far breccia sulle ragazze e portarsele a letto. Fa tenerezza la madre-padrona (Anjelica Huston) che vorrebbe gestire la scena ma lui svicola.

Intanto la sua ragazza (Bryce Dallas Howard) dopo un po’ getta la spugna e si dilegua tra fiumi di party. In suo aiuto, la giovane e inesperta terapeuta (Anna Kendrick) alla prese col suo terzo cliente. Un film poetico e inaspettatamente divertente, che dopo la prima mondiale al Festival di Toronto ha conquistato il pubblico del Festival di Torino che l’ha premiato e si è aggiudicato il Free Spirit Award come miglior opera prima.

«Il tema della malattia è affrontato con sofferenza, profondità e leggerezza. Sarà un luogo comune ma riderci sopra fa bene». Dell’amico del cuore del film dice: «È il perfetto miglior amico: ha un gran cuore, ma si dimostra cinico quando insiste perché Adam usi il suo cancro per manipolare le donne». L’attore si augura che il pubblico si connetta con l’umorismo del film. «Spero che ridano a crepapelle – dice -, anche se si dovessero trovare ad affrontare una simile situazione. Sarebbe davvero sano».