Siamo già in odore di repliche estive, ma per chi fosse in crisi di astinenza da storie di poliziotti dalla disturbata esistenza è in arrivo Edoardo Leo, che torna dopo trent’anni in una serie tv Rai per raccontare le mille facce inedite di Milano ne Il Clandestino. Un noir metropolitano in sei puntate in onda in prima serata su Rai 1 dall’8 aprile diretta da Rolando Ravello con Hassani Shapi, Alice Arcuri, Fausto Maria Sciarappa, Lavinia Longhi, Mattia Mele, Michele Savoia, Isabella Mottinelli, Tia Architto e Simone Colombari, scritta da Ugo Ripamonti, Renato Sannio e Michele Pellegrini, prodotta da Rai Fiction con Italian International Film di Fulvio e Paola Lucisano.

L’empatia, la capacità di accettarsi, il cambiamento, sono i temi centrali di questa crime comedy in cui Leo è l’ex ispettore capo dell’antiterrorismo Luca Travaglia che, dopo un tragico attentato in cui ha perso la vita sua moglie, si dimette dalla polizia trasferendosi a Milano dove tira avanti facendo il buttafuori nelle discoteche. Vive in un minuscolo loft all’interno di un’officina meccanica gestita dal cingalese Palitha, con cui fonda la più improbabile delle agenzie investigative. Scoprirà una Milano diversa e sconosciuta, dai mille volti e dalle mille lingue, si metterà al servizio degli “ultimi”, quelli che non possono rivolgersi alle forze dell’ordine.

“Torno a parlare, ancora una volta, di coloro che, a torto, vengono considerati gli ultimi in questo mondo e che invece sono gli unici che mi sembra conservino l’elemento radicale e fondante di ciò che l’uomo ha di buono: l’empatia” sottolinea Ravello, presentando la serie con il cast alla Rai di Roma. A chi gli chiede che grado di cattiveria ci sia nella storia, risponde: “Non cavalco il politicamente corretto ma non si deve essere necessariamente cattivi per raccontare la realtà, mostriamo soprattutto la vita di altre etnie, mettiamo il naso nella vita di persone che non siamo abituati a guardare”, sottolineando l’importanza del colore dato dalla colonna sonora di Maurizio Filardo e Simone Cristicchi.

“Luca è introverso, burbero, problematico, parla poco e alza pure le mani, si avvale dell’intuito, per me la sfida è farlo amare dal pubblico – spiega Leo -. Ha subito una grave perdita, per espiare la colpa si avvicina agli ultimi, mettendosi a loro disposizione. L’empatia con gli altri la costruisce poco a poco umanizzando i personaggi di cui si scoprono aspetti impensabili, niente è come sembra”.
“Sono un extracomunitario razzista, ironico, una sorta di Watson in salsa curry” scherza Shapi, che al fianco di Travaglia si troverà a indagare su storie che coinvolgono la malavita cinese, le gangs latine e le famiglie Rom, ma anche il mondo della moda durante la fashion week milanese e un politico di rilevanza nazionale. La vera impresa che accompagnerà il protagonista di puntata in puntata, sarà confrontarsi con l’errore che lo ha portato a perdere tutto, per tornare a fidarsi delle persone, a lasciarsi andare ai sentimenti, a vivere.