La realtà oggi supera sempre la finzione. Non c’è dunque da stupirsi se Mediaset cerchi nuove strade per raccontare l’ennesima saga mafiosa dell’ormai usurato filone giallo. Il 16 maggio arriva su Canale 5 Romanzo siciliano diretto da Lucio Pellegrini, otto puntate prodotte dalla collaudatissima Taodue di Pietro Valsecchi, con Fabrizio Bentivoglio, Claudia Pandolfi, Ninni Bruschetta, Filippo Nigro, che fa spazio anche alla commedia, ai sentimenti.

Bentivoglio si cala per la prima volta in una divisa per interpretare un integerrimo colonnello dei carabinieri del Nord calato in Sicilia, nella bellissima Siracusa, a caccia di un feroce boss latitante (Bruschetta) che per sfuggire alla cattura si è cambiato i connotati e vive in incognito, prosperando indisturbato tra i notabili della città. Persa la moglie in un attentato mafioso, ferita gravemente la sua unica figlia (la più che promettente Astrid Casali) dallo scoppio di un’autobomba all’uscita di scuola, il prode investigatore non perde il sangue freddo. Malgrado l’iniziale diffidenza verso il nuovo magistrato Emma la Torre (Pandolfi), col suo sostegno porterà avanti caparbiamente la sua missione.

L’attore milanese (che dichiara di accendere la tv solo per vedere i cartoni animati coi suoi figli) sfida qualunque sceneggiatore a scrivere una storia in cui il figlio di un boss mafioso va in tv a promuovere il suo libro (vedi il figlio di Riina da Vespa). Il suo personaggio, spiega presentando a Roma la serie, è “un ragionatore che prima di muovere il corpo cerca di far muovere la testa”. Il suo braccio destro (Nigro), taciturno come lui, intreccerà le sue vicissitudini personali con la storia.

I risultati deludenti degli ultimi prodotti come Non è stato mio figlio o Fuoco amico non spaventano i vertici dell’ammiraglia del Biscione. “Non siamo assolutamente preoccupati per come va la nostra fiction – sottolinea il direttore di Canale 5, Giancarlo Scheri – quando sperimenti c’è qualche rischio in più, gli ascolti sono soddisfacenti per il nostro palinsesto, a noi interessa lavorare sul target pregiato, quello più giovane. Romanzo siciliano rientra nel genere più classico del poliziesco, l’azione si incrocia all’impegno civile, al racconto di una società, dei suoi protagonisti”.

“L’importante per fare la differenza è puntare su personaggi empatici” gli fa eco Pellegrini che ha dato corpo a un vero e proprio romanzo ispirato a fatti reali di cronaca nera. E questo cast risponde perfettamente ai requisiti di un racconto avvincente e ricco di passione, avidità, colpi di scena, che ruota intorno a un mondo all’apparenza rispettabile ma dove i tentacoli della criminalità hanno occupato i centri del potere politico ed economico.