Casa accade quando il desiderio bussa alla porta di un ventenne musulmano che è nato e vive in Italia? Ce lo mostra Phaim Bhuiyan nel suo film Bangla, prodotto da Fandango con TimVision, di cui è regista e anche protagonista con la coetanea Carlotta Antonelli, dal 16 maggio nelle sale.
Un ritratto adolescenziale originale, divertente ma anche profondo, che mette in luce le potenzialità di questo ventiquattrenne video maker italiano che vive con la famiglia bengalese nel periferico quartiere romano di Torpignattara dove ha ambientato la storia, fortemente autobiografica, che racconta con semplicità e pungente ironia la quotidianità in uno dei luoghi multietnici di una grande città.

Una sorta di Ecce bangla dal sapore morettiano incentrato su una seconda generazione di italiani che si mostrano senza stereotipi, con semplicità di linguaggio, facendoti ribaltare il tuo punto di vista su una realtà scomoda.
Phaim comincia a raccontarsi in tv, a Nemo, dove spiega cosa vuol dire per un ventenne italiano e musulmano vivere in un mondo spesso così lontano dai precetti dell’ Islam, soprattutto per quanto riguarda la sfera relazionale e sessuale.

Partendo da qui ha sviluppato la sceneggiatura con Vanessa Picciarelli, sua vicina di casa con la quale ha attinto a piene mani dalle sue esperienze di vita, raccontata nei suoi aspetti quotidiani con sguardo comico, affettuoso ma anche pungente,  mostrando anche il lato più leggero delle criticità del suo quartiere. Pahim mette a fuoco l’urto col mondo occidentale, le differenze generazionali anche all’interno della sua famiglia, l’arrivo dell’amore, il confronto col mondo femminile.
Ne è uscito un piccolo, godibile affresco in cui i personaggi si muovono continuamente in bilico tra obblighi e desideri,alla ricerca di una identità necessariamente sfaccettata, dove il conflitto tra religione e desiderio è raccontato come una sorta di battaglia quotidiana tra affetti, relazioni, famiglia, società.