Pitch Black, uscito in sordina negli States (e anche da noi) e costato 23 milioni di dollari, ne ha incassati quattro anni fa più del doppio, ponendosi come un B-movie di culto e facendo emergere, tra i volti poco noti del film, quello smargiasso e un po’ tamarro di Vin Diesel, aiutato da un fisico che non passa inosservato. Il killer con la faccia da cattivo che vede al buio e difende i buoni dalla decimazione in pianeti ostili, deve essergli rimasto dentro. Non un sequel, quanto un secondo capitolo, che nelle intenzioni di Twohy potrebbe diventare una saga con terza e quarta parte, The Chronicles of Riddick punta decisamente più in alto del suo predecessore, sfoggiando anche un budget visibilmente più elevato. Il criminale Riddick, che in Pitch Black stava per essere portato in carcere quando un’avaria costrinse la navicella ad un atterraggio di emergenza su un pianeta minacciato da terribili presenze aliene, è in fuga nell’universo perché sulla sua testa pende ancora una taglia che fa gola a orde di mercenari ansiosi di catturarlo. Dopo tanto girovagare tra pianeti ai confini della galassia, Riddick torna sul pianeta Helion, dove un tempo fu processato, e dove si trova al centro di una sanguinosa e spietata invasione attuata dai Necromongers. A capo della razza c’è Lord Marshal (Colm Feore), sostenitore della guerra e deciso a scatenare la Decima Crociata per il predominio della galassia. Esiliato in prigioni sotterranee dove notti artiche si alternano a diurne tempeste solari, il nostro eroe laconico ma minaccioso ritrova Kyra (Alexa Davalos), l’unica sopravvissuta al film precedente oltre all’Imam (Keith David), assieme ai quali tenterà di sovvertire le sorti di una pianeta che sembra prossimo all’invasione nemica. In tanto lottare contro il tempo, Riddick rivivrà il suo passato e il delitto per cui è stato processato, inseguendo risposte sulla sua origine e sulla sua storia. Abbandonando per certi versi il senso claustrofobico e le creature mostruose del suo cupo precursore, The Chronicles of Riddickprivilegia un’atmosfera dark-pop, mixando scenografie gotiche a set sontuosi e barocchi, dosando a dovere elementi classici di azione e fantascienza con altri soprannaturali e teologici, e indagando la psicologia di un anti-eroe che si fa più “personaggio”. Il regista lo si inquadra meglio dopo aver dato un’occhiata anche a Below, ottimo “submarine-movie” bellico con inserti soprannaturali uscito da noi la scorsa estate (con ovvio insuccesso), che lavorava con molte idee di regia sulla suspence e sull’inconscio. Ecco perché The Chronicles of Riddick ci sembra a paragone un po’ troppo “azzardato”, il manuale perfetto per portare il pubblico al cinema e per fare di uno sci-fi un capolavoro. Come se già non ce ne fossero. Alcuni flashback, poi, sono un po’ scontati, e l’assunto dell’integrazione razziale che porta all’odio poteva essere sviluppata meglio. Nulla di così entusiasmante, quindi, data l’attesa, ma l’insieme funziona, l’azione non molla mai, la facce fanno il loro dovere e, in attesa di vedere il macho Vin dare anima, ma soprattutto corpo all’ambizioso kolossal Hannibal, ispirato alla vita del generale cartaginese, godiamocelo saltellare tronfio in questo succulento concentrato apocalittico appena in tempo per il rientro-vacanze.

di Francesco De Belvis