Il litorale romano da trasformare in una mega Las Vegas con grattacieli e casino gestiti dalla malavita locale. Parlamentari corrotti pronti a far approvare una legge che consentirà a clan mafiosi di investire e ripulire soldi sporchi in questa ennesima maxi operazione di speculazione edilizia, con il beneplacito di alcuni big del Vaticano. Intorno, festini a base di sesso estremo, anche con minorenni, e fiumi di droghe; lotte senza quartiere tra clan, zingari compresi, per spartirsi il succulento bottino. Il tutto condito da sparatorie a ripetizione, cadaveri a go-go, la scesa in campo della “donna del boss”.

Nulla di nuovo, insomma, per chi segue da anni assiduamente le cronache nere nazionali, ma che ora ne ritroverà tutti gli ingredienti nel film Suburra. Un potente gangster movie ambientato nel 2012, senza eroi positivi, che invaderà 500 schermi il 14 ottobre per poi, tra un paio d’anni, diventare anche una serie online, di cui la californiana Netflix si è già assicurata i diritti.

Il regista Stefano Sollima, per il suo secondo lungometraggio, è voluto andare sul sicuro. Si è ispirato all’omonimo romanzo di Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini, affiancati nella sceneggiatura del film da Sandro Petraglia e Stefano Rulli. Anche per i protagonisti ha scelto il meglio degli attori nostrani su piazza, conclamati e emergenti, come Pierfrancesco Favino (il politico corrotto e sessodipendente), Claudio Amendola (l’ultimo temuto componente della banda della Magliana, gelido tirapiedi dei mafiosi), Elio Germano (il viscido PR), Alessandro Borghi e Greta Scarano (il boss di Ostia e la sua donna), Giulia Elettra Gorietti (la furbetta-ingenua escort), Adamo Dionisi  e Giacomo Ferrara (il capo degli zingari e suo fratello minore).

Un gigantesco sforzo produttivo (7 milioni e 200 mila euro)di Cattleya e Rai Cinema per un noir metropolitano piuttosto spinto, dove tutto si consumerà in sette giorni, in una Roma notturna flagellata dal diluvio, con l’acqua che fuoriesce copiosa dai tombini, spazzando via il governo in carica (Berlusconi) e tutta la Suburra.