Una storia esemplare di sport e riscatto, tenacia e determinazione. La racconta il campione mondiale di scherma Paolo Pizzo nel film “La stoccata vincente” diretto da Nicola Campiotti in onda in prima serata su Rai 1 domenica 24 settembre interpretato da Alessio Vassallo e Flavio Insinna. Due volte campione del mondo nella specialità della spada, Pizzo da bambino ha dovuto combattere contro un tumore al cervello. Una battaglia vinta grazie anche all’appoggio e all’amore incondizionato del padre, vero coach di vita oltre che suo primo maestro di scherma.
Attraverso flashback legati alla sua infanzia, il film ripercorre la storia sportiva e umana dell’impetuoso, esuberante e cocciuto ragazzo, fino alla consacrazione come Campione del Mondo, il 12 ottobre 2011, nella sua Catania. Una vittoria conquistata dopo aver attraversato dolori, delusioni, sconfitte, rivalità, rinascite e rivincite. 

Il film , che vuole sottolineare la forza e l’importanza sociale dello sport, è stato girato tra Catania, Aci Castello, Acitrezza e soprattutto l’Etna, con i suoi Crateri Silvestri a 2.000 metri, Roma, Genzano, Guidonia Montecelio, le sponde del Lago di Bracciano, tra Vigna di Valle e Anguillara Sabazia.
Particolare cura e attenzione è stata data anche agli elementi tecnici e sportivi, con il coinvolgimento di maestri di scherma, atleti e ufficiali di gara professionisti, oltre alla partecipazione dell’ex schermidore Stefano Pantano, che nel film ripercorre la sua stessa telecronaca della finale del 2011.

La battaglia con la malattia, il rapporto con il padre, il legame e la scomparsa del suo maestro, l’incontro con la donna della sua vita, erano tutti elementi così radicati nella vita reale, che regista e sceneggiatori hanno cercato di tradurli nel linguaggio cinematografico con la massima cura e il più infinito rispetto. “Sul set ho focalizzato alcuni obiettivi primari – spiega Campiotti -: dare ritmo a un racconto che in cento minuti doveva contenere tre decenni, proteggere e risaltare il calore emotivo di alcuni momenti particolarmente delicati, restituire l’eleganza e il dinamismo custoditi nel linguaggio non verbale della scherma”.