Dal 5 aprile ogni giovedì su RaiUno

Nero Wolfe, l’investigatore nato dalla penna di Rex Stout, torna in tv con il volto, la stazza e la parlata romanesca di Francesco Pannofino. Al suo fianco, dal 5 aprile per cinque giovedì in prima serata su RaiUno, il fido Archie Goodwin, nei cui panni si cala Pietro Sermonti, già rodato in coppia con Pannofino nel fortunato tv movie Boris. Per soddisfare l’amore per la buona cucina del ruvido e misogino segugio, tenero amante però delle orchidee, il cuoco di casa Wolfe sarà Andy Luotto, attore e cuoco vero, strappato per il set ai fornelli del suo esclusivo ristorante alle porte di Roma.

E a Roma sono ambientate le storie, addolcite dalla presenza femminile di Giulia Bevilacqua nei panni di una rampante giornalista, figura non prevista nei racconti di Stout ai quali la fiction diretta da Riccardo Donna, si ispira molto liberamente. “Depistaggi” forse per chiudere la bocca a chi tentasse di far paragoni con lo sceneggiato di quarant’anni fa col “gigantesco” Tino Buazzelli in perfetto stile british, rafforzato dall’aplomb di Paolo Ferrari. Perché i remake, si sa, sono a rischio flop, come avvenuto di recente al Maigret di Sergio Castellitto.

L’irascibile investigatore privato stavolta non risolverà delitti a New York ma sotto il cupolone, per problemi con l’FBI, spiegano gli autori. «È un’opera nuova che si ispira ai romanzi – spiega il regista -, ho mischiato i generi e l’ho ambientata in una Roma glamour, di fantasia». «Ho comprato i diritti dei romanzi che sono assolutamente rispettati – ci tiene a precisare Luca Barbareschi, qui in veste di produttore -. Abbiamo reso il racconto iperrealista, la figlia di Stout che ho incontrato a Los Angeles mi ha raccontato che suo padre aveva vissuto a Roma. Gli otto gialli riprendono la meccanica di Stout, abbiamo lasciato il sapore dell’epoca, l’essenza di Wolfe, il guscio è poco importante».

«È un’impresa difficile e pericolosa confrontarmi con un gigante del teatro come Buazzelli. Inutile scimmiottarlo. Mi sentivo il suo peso sul groppone, era pesante – dice ironico Pannofino -, gli ho chiesto di scendere e ho cominciato a lavorare. Wolfe si è costruito con la ciccia una corazza per difendersi dalle brutture della vita. In comune abbiamo l’amore per la buona cucina. Non ho faticato per niente a mettere su dieci chili per la parte».