“Il pericolo non sono gli spettri, sono i vivi”. Lo ha affermato il geniale Tim Burton all’inaugurazione dell’ipnotica mostra dedicata al suo mondo magico e surreale, aperta fino al 7 aprile al Museo Nazionale del Cinema di Torino. Ideata e curata dall’artista statunitense con  Jenny He e adattata dal direttore del museo  Domenico De Gaetano, l’esposizione è allestita alla  Mole Antonelliana dall’11 ottobre al 7 aprile 2024. Un viaggio nell’universo visionario del regista, produttore cinematografico, scrittore, animatore e disegnatore sessantacinquenne, noto per il suo cinema dalle ambientazioni fiabesche e gotiche, talvolta incentrato su temi quali l’emarginazione e la solitudine, che si concentra sul suo archivio personale, mostrando un’incredibile varietà della sua produzione creativa. Non solo quindi preziosi documenti ma anche disegni e bozzetti con i temi e i motivi visivi ricorrenti da cui hanno preso vita i suoi personaggi che caratterizzano i suoi mondi cinematografici.

“Quando il Museo del Cinema mi ha contattato per la mostra ho capito che era lo spazio perfetto – racconta Burton, già impegnato nelle riprese del prossimo film in cui reciterà anche la compagna Monica Bellucci -.La Mole è iconica e una fonte di ispirazione, la sua forma elicoidale è come il mio cinema.  Nonostante il successo ho continuato ad avere le sensazioni di quando ero ragazzo e adolescente, di essere un po’ un outsider, un reietto. E’ una sensazione che in realtà non mi abbandona mai, per questo continuo ad avere a che fare con questo tipo di personaggi”.

“Ospitare Tim Burton a Torino è un sogno che si realizza – afferma De Gaetano -.L’immaginario fantastico dei suoi film ha accompagnato le nostre vite, conquistandoci con le sue storie e dando vita a opere universali e personaggi indimenticabili che sono outsider rispetto al mondo che li circonda. Fondendo la magia del suo cinema con la magia dell’architettura, abbiamo trasformato la Mole Antonelliana nel suo ‘laboratorio creativo’, la materializzazione delle sue fantasticherie d’artista per trasportare il visitatore al centro del suo mondo stravagante, colorato e dark”.

Allestita nell’Aula del Tempio, sulla rampa elicoidale e al piano di accoglienza della Mole Antonelliana, la mostra è suddivisa in 9 sezioni tematiche con oltre 550 opere d’arte originali, che vanno dagli esordi fino ai progetti più recenti, passando per schizzi, dipinti, disegni, fotografie, concept art, storyboard, costumi, opere in movimento, maquette, pupazzi e installazioni scultoree a grandezza naturale. Sfruttando il verticalismo antonelliano, la suggestiva ambientazione permette ai visitatori di immergersi nello straordinario universo di questo artista postmoderno, multidimensionale, in una sorta di autobiografia raccontata attraverso il suo processo creativo senza limiti. Molto prima del successo critico e commerciale nei generi live-action e animazione, Burton si è ispirato ai film in televisione, alle animazioni, ai fumetti, ai miti e alle favole raccontate a scuola e ad altre forme di cultura popolare, incorporando queste influenze di sempre nella sua arte e nei suoi film.