Dai Manga all’Arte virtuale. Un’affascinante convivenza proposta da due imponenti, diversissime mostre che si sfidano fino a gennaio al Palazzo delle Esposizioni di Roma.
All’ingresso si è accolti dalle suggestive, avveniristiche sei installazioni di Digitalife che fino al 7 gennaio porteranno i visitatori grandi e piccini dentro l’opera d’arte, da protagonisti. Lo scopo della mostra è  aprire alle nuove tecnologie attraverso l’arte digitale, insegnare a non averne paura.

Il pubblico si troverà immerso in una complessa articolazione di architetture audiovisive e ambienti digitali. C’è persino un teatro virtuale in 3D che ribalta i concetti di spazio e tempo, inglobando lo spettatore, munito degli appositi “occhialini”, in un turbinio di immagini, colori, forme in continuo movimento e trasformazione. In piedi, al buoi, risucchiati dalle immagini, divenendone un tutt’uno, restando sbigottiti, frastornati, in preda a lievi vertigini.  Un’altra installazione immersiva istiga a perdersi, un’altra è basata sul concetto di mutamento, con un paesaggio temporaneo plasmato da luce ultravioletta e in continua trasformazione. E ancora, tredici film che esplorano la centralità dell’immagine nella cultura contemporanea.

Al piano superiore lo scenario cambia completamente, sbalzando il visitatore indietro nel tempo, quando la vecchia, cara carta la faceva ancora da padrona. Mangasia, è la prima mostra al mondo sulla storia dei fumetti asiatici, sul loro processo creativo, dall’800 a oggi.
Sei percorsi tematici che mettono a confronto fino al 21 gennaio le diverse combinazioni di folclore e audaci sperimentazioni di due secoli di storia del fumetto, dalle prime forme di narrazione per immagini dei libri indiani e delle stampe giapponesi, fino ai fumetti digitali di ultima generazione come i webtoon per smartphone realizzati in Corea del Sud.

Oltre 281 tavole originale, 200 volumi, 300 autori, provenienti da Giappone, Corea, India, Cina, Indonesia, Malesia, Filippine, Taiwan, Hong Kong, Singapore,  con siparietti che racchiudono divertenti e inequivocabili rappresentazioni del meglio dell’erotismo orientale, la scrivania originale di un noto disegnatore, abiti ispirati ai più popolari manga e, dulcis in fundo, per la gioia di piccini (e adulti) il Mechasobi, un gigantesco robot virtuale da far muovere a piacimento utilizzando la tecnologia del body tracking.