La fiction con Virna Lisi diventa una farsa a sfondo giallo

La nuova stagione della fiction in casa Mediaset non è partita alla grande. E allora Canale5 da mercoledì 13 gennaio in prima serata ritenta il sorpasso della concorrenza nella scalata ai vertici Auditel puntando su Virna Lisi con otto puntate della terza serie di Caterina e le sue figlie. Una garbata e assai ben interpretata commedia all’italiana in cui una mamma dolce ma assai determinata tiene a bada un neo marito (Ray Lovelock), un’azienda, tre figlie complicate  (Alessandra Martinez, Valeria Milillo, Sarah Felberbaum), l’intraprendente socia napoletana Cetty (Giuliana De Sio),  l’ex postina amica del cuore Liliana (Iva Zanicchi) e uno stuolo di generi e nipoti. Non manca Eva Grimaldi, in un ruolo più adulto e responsabile. Il già nutrito e scelto cast si è arricchito di star straniere come Angela Molina, Rossy De Palma e hanno un piccolo ruolo pure Manuela Arcuri e l’ex “naufrago” Sergio Muniz.

La regia è passata nelle esperte mani di Alessandro Benvenuti (che recita anche nel ruolo del genero-notaio di Caterina) con Riccardo Mosca e Alessio Inturri. Peccato però che per la smania di far ridere a tutti i costi la storia parta scivolando pesantemente nella farsa, ottenendo così l’effetto contrario. Il produttore Tarallo e gli autori (Teodosio Losito, Laura Sabatino, Valentina Capecci, Amy Pollicino, Camilla Randone) per assecondare il desiderio di Virna Lisi di rendere più divertente la storia, nella prima puntata hanno spinto al massimo sul pedale della comicità facendo recitare tutto il cast parecchio sopra le righe.  A cominciare dalle tre sorelle e dalla socia in affari che, da quando Caterina è sparita in un misterioso incidente di barca durante una vacanza a Cuba, sono talmente sull’orlo di una crisi di nervi da voler vendere al volo l’azienda di famiglia, litigando tra loro come matte, a suon di parolacce e botte. E dopo aver mal digerite le volgarità dei recenti cinepanettoni non si sentiva certo la mancanza di un frasario becero anche in tv. Ma il produttore assicura che nelle puntate successive riprenderà il sopravvento il genere melò-sentimentale, che poi era l’ingrediente vincente delle prime due serie.

Comunque la Lisi, che qui si sdoppia interpretando anche una smemorata e misteriosa popolana napoletana che gestisce una pizzeria a Cuba, non delude mai, e non perde mai la sua innata classe. « Questa Caterina mi sta entrando nel sangue – confida Virna Lisi, pronta alla quarta serie che è già in mano agli autori -. Di madri ne ho fatte tante, quella drammatica del film di Lattuada La Cicala è stata una delle mie preferite, lui mi disse di improvvisare e io mi calai talmente nel ruolo che la scena drammatica dell’incendio risultò un capolavoro ». Al suo attivo ha svariate dozzine di film coi grandi di Hollywood e di casa nostra ma mantiene sempre quella semplicità che contraddistingue i veri grandi artisti. E sarebbe pronta a condividere la sua esperienza con qualche giovane collega alle prime armi: « Purtroppo arrivano sul set dopo aver partecipato a qualche reality e si credono delle star, altro che chiedere consigli, e a me viene voglia di mandarle a quel paese ».  

« Io non so recitare, vado d’istinto – dice Iva Zanicchi -, ho accettato di fare questa fiction perché c’era la Lisi, una garanzia. È umanissima, severa ma giusta, come Dio! Mi ha dato un consiglio importante, stare calma. Io sono già mastodontica, agitandomi rischiavo la caricatura. Il personaggio di Liliana è un inno all’amicizia, è una tontolona che mi somiglia molto ». Non si riconosce nel suo invece la De Sio: « Cetty non mi somiglia ma l’assecondo. È una donna con grossi problemi caratteriali, che si azzuffa col mondo, con la legge, con la rivale Pina (Valentina Persia) alla quale spacca i denti, col marito cinquantenne farfallone (Stefano Santospago) ». Per Mediaset sta girando il drammatico Il peccato e la vergogna con Gabriel Garko in cui è una  maitresse di un bordello che negli anni ’40 aiuta un criminale a fare carriera e se ne pente amaramente. Poi sarà ancora sul set con la commedia agro-dolce molto attuale Non si arriva a fine mese, sulla crisi e i nuovi poveri.  « Ho sempre ammirato i comici – dice Giuliana – , li ho studiati a fondo, il genere drammatico mi viene più naturale, per far ridere ho dovuto studiare parecchio e ho usato il napoletano che rende di più ». Alessandra Martinez invece non voleva accettare la terza serie e, soprattutto, un ruolo comico (che a nostro avviso proprio non le si addice). « Anche a me una volta Mastroianni in una scena del film Miss Arizona molto difficile mi consigliò di fare il meno possibile, di essere estremamente sobria – ricorda -. Avere tre registi è stato un arricchimento, ho rubato i vari punti di vista».