Bellissime di Giovanna Gagliardo è la prova di come un lavoro di archivio e scandaglio possa dare vita ad un’opera di cinema contemporaneo. Questo interessante docufilm, presentato ieri a Venezia nell’ambito della sezione “Venezia Digitale”, è stato infatti realizzato con immagini dell’archivio dell’Istituto Luce, un immenso tesoro in cui la regista si è divertita ad affondare le sue mani per individuarne i gioielli più preziosi e raccontare così i mutamenti della condizione femminile dell’ Italia negli ultimi cento anni. Diviso in quattro parti che seguono la cronologia degli eventi (Madri del NovecentoLe donne tra passato e futuroPenelope va alla guerraNessuno le può giudicare), Bellissime è un viaggio di 2 (piacevoli) ore nella storia delle donne del Novecento, un racconto in bianco e nero, lontano dall’ottica del femminismo così come da ogni forma di retorica nostalgica. Volti comuni di donne sconosciute, colte nella loro quotidianità, si alternano a quelli delle donne che la storia l’hanno fatta con la loro personalità, le loro battaglie sociali, politiche o morali, sfidando le convinzioni e i giudizi dei benpensanti. Le voci narranti di Aurora Cacciara e della stessa Gagliardo commentano le immagini delle lotte delle suffragette che rivendicavano il diritto al voto delle donne mentre Anna Kulishoff, compagna di Turati, dalle colonne di Critica Sociale scriveva “il voto è la difesa del lavoro e il lavoro non ha sesso”.

Raccontano i cambiamenti socio-culturali, nel costume, persino nella moda con la scoperta delle calze di seta al tempo di Telefoni Bianchi. E poi ci sono le “mamme”, gli angeli del focolare, quelle che regalano la fede nuziale alla patria fascista seguendo l’esempio della regina. Mentre Mussolini é all’apice del suo potere, gli occhi della borghesia romana sono puntati sulla moglie Rachele e sull’amante Claretta, ma solo la figlia Edda (donna fortissima che si batte fino all’ultimo per tentare di salvare il marito Galeazzo Ciano dalla fucilazione) riesce a tenere testa al Duce. Poi la grande guerra vede scendere in campo in prima persona anche le donne. Lo testimoniano in un bellissimo confronto l’ex-staffetta partigiana Bianca Guidetti Serra e Raffaella Dulli, ex-volontaria della X-Mas, che si definisce una vinta ma non una pentita. Negli anni ’60 sono le ragazze del cinema e della canzone a dare una scossa alla società italiana. Caterina Caselli urla Nessuno mi può giudicare e Mina se ne infischia della censura della Rai e non ha paura di essere una ragazza madre, per giunta di un figlio frutto della relazione con un uomo sposato. Naturalmente nel film non possono mancare le nostre più grandi attrici: Silvana Mangano, Monica Vitti, l’insuperabile Anna Magnani di cui, tra le altre, rimane indimenticabile l’interpretazione, appunto, in Bellissima di Visconti. Giovanna Gagliardo ha realizzato un convincente lavoro di ricerca e selezione, con l’aiuto di Patrizia Penzo e Nathalie Giacobino nel montaggio, lavoro che, se pure non uscirà nelle sale, diventerà un DVD che sarà possibile acquistare.

di Patrizia Notarnicola