Non deve essere facile farsi produrre un film da Nanni Moretti, questa la prima considerazione vedendo il primo lungometraggio di Valia Santella, presentato nella sezione “Venezia Orizzonti”, si perde evidentemente la testa di fronte a cotanto personaggio. A parte il piccolo cammeo del mitico Nanni, assolutamente irresistibile, il film fa acqua da tutte le parti. In primis, una Stefania Sandrelli che sembra ormai trovare una propria dimensione attoriale soltanto scimmiottando il suo ruolo mucciniano ne L’ultimo bacio, ovvero la signora bene in vena di tragicommedia, ed infatti fa tenerezza nei soli primi quindici minuti, poi non la sopporti più; poi il contrasto tra una Napoli caotica ed anarchica e una Roma tutta in interni, che dovrebbe fare la differenza tra Margherita (la Sandrelli) e la figlia Chiara (la brava Teresa Saponangelo), logopedista divorziata che vive nella capitale con la figlia Lucia, dopo anni di scontro con la madre capricciosa e divina, cantante di successo fino a problemi seri ed irreversibili con le corde vocali, ha il sapore di una autobiografia della Santella, che filma i contrasti con la madre reale nella vita, ma senza raggiungere né intensità, né reale spessore cinematografico. Si barcamena tra lo stile filmico di un Antonio Capuano o di un Pappi Corsicato (registi partenopei che conosce bene, dai tempi in cui era segretaria di edizione e loro aiuto regista), ma senza possedere la potenza espressiva e tragica del primo, tantomeno la sulfurea ironia registica dell’altro. Il minimalismo e l’esilità avvitate su un gioco speculare medre/figlia, con tanto di marito cornificato ed umiliato, tutto qui. Spiace che magistrali attori come Luigi Maria Burruano (I cento passi) ed Ernesto Mahieux (L’imbalsamatore) si siano prestati a ruoli secondari e prevedibili e sulla Sandrelli, ripetiamo, è terribile sfruttare la sua magnifica forza istintiva, le sue risate, la fisicità da animale da palcoscenico in una parte così preconfezionata, certo non intenzionalmente, si spera. Film maldestro e noioso. Scoccia dirlo, ma gli sforzi di Moretti non hanno sortito gli effetti sperati.

di Vincenzo Mazzaccaro