La Rodriguez è a Roma per presentare il suo secondo film da attrice protagonista

Un cinepanettone in Sudafrica con De Sica per il prossimo Natale e ora una commedia agro-dolce a Roma. Ma a Belen Rodriguez non bastano due film per sentirsi un’attrice consacrata. Guidata dal regista Eugenio Cappuccio, al fianco di Emilio Solfrizi, la show girl più “chiacchierata” del momento sta girando a Roma Se sei così ti dico sì, un film prodotto da Antonio e Pupi Avati che Medusa porterà nei cinema la prossima primavera. La soubrette argentina è bella, magrissima, arrampicata su tacchi impossibili, risponde pacata ma ferma a chi l’accusa di essere senza testa. «È il mio secondo film, non posso definirmi ancora attrice, piuttosto sono un’azienda che dà lavoro a tanti. Mi sento però pronta a giocare con il cinema, una scelta azzardata perché sono sempre al centro della sparatoria mediatica. I giudizi su noi donne di spettacolo poco intelligenti non mi offendono, arrivano dall’ignoranza, non sono tonta, in fondo ho solo 25 anni. Come il gossip e le indiscrezioni servono solo a far parlare di noi e a far vendere piu’ giornali».

Per il futuro, assicura, non farà solo cinema: «Ho bisogno di stimoli continui, mi piace fare un po’ di tutto. Adoro cantare e suonare la chitarra, mio padre è un ottimo musicista, mi prenderò i miei spazi per dimostrare ciò che so fare. Le tappe vanno bruciate piano, piano, soffro a vedere i bambini che scimmiottano i grandi. Io ho cominciato a fare tv a 23 anni e dopo due anni ho preso confidenza con le telecamere, mi sento sdoganata, il cinema mi permette di far uscire anche i sentimenti». Solfrizzi nel film è un ex cantante diventato famoso solo per una canzone, della quale ha venduto un milione di copie, e poi caduto nell’oblio. Ingrassato e incanutito ora fa il cameriere nella natia Puglia ma, trent’anni dopo,  la tv della nostalgia lo va a stanare e lo risbatte, truccato e imparruccato, sotto le impietose luci della ribalta. Nell’hotel romano dove alloggia incontra la soubrette del momento che, credendolo un’italica star canterina, se lo porta in America come omaggio per un’amica malata, cambiandogli ancora una volta la vita.

«In Italia ti vogliono sempre per quello che eri – dice l’attore -, i cantanti di una volta li vestono e truccano come ai tempi del loro più grande successo». Cosa che avviene regolarmente ogni venerdì sera sulla rete ammiraglia Rai, ne I migliori anni di Carlo Conti che ha prestato al film se stesso e il suo fortunato programma. Belen, che nel film è una top model dai capelli nerissimi, corti a caschetto e trucco pesantissimo, dice: «Il succo della storia è la nostra costante mancanza di sicurezza, cerchiamo sempre ciò che ci sorprende, l’adrenalina per colmare il vuoto interno. Lei trova in lui ciò che le manca, anche il fallimento, la possibilità di ‘sbracare’, l’essere umano è sempre incompleto, io malgrado il successo passo giorni anche molto tristi. Non è sempre oro quello che luccica». Dice la sua anche su Ruby che, racconta, tempesta di telefonate Corona e staziona sotto il suo ufficio sperando di essere paparazzata con lui. «Avere cinque minuti di notorietà è facile, basta inventarsi qualcosa, il popolo è facile prenderlo in giro, durare nel tempo è il vero successo». E lei ce la metterà tutta, e per fare strada anche la testa non le manca.