“Vedere i film al cinema è come assistere a un concerto dal vivo, impareggiabile. Questa pellicola tirerà fuori la gente da casa”. Lo afferma convinto il produttore statunitense Jon Landau presentando online alla stampa romana le prime immagini di Avatar. La via dell’acqua, il primo sequel del film con il maggior incasso di tutti i tempi, che arriverà nelle nostre sale in 3D il 14 dicembre diretto e coprodotto da James Cameron. Nell’attesa, per rinfrescare la memoria del pubblico che lo aveva già apprezzato nel 2009 e per i più giovani che allora non avevano potuto restare affascinati dalla magia del 3D sul grande schermo, il 22 settembre tornerà nei cinema il primo film, rimasterizzato. E rivedendolo, tredici anni dopo, riesce a ridestare le stesse emozioni di allora. “Il 3D è una finestra sul mondo, accentua le qualità o i difetti di un film – sostiene Landau -, però gli esercenti devono offrire al pubblico sale di altissima qualità”.

Ambientato più di dieci anni dopo gli eventi del primo film, Avatar: La Via dell’Acqua inizia a raccontare la storia della famiglia Sully (Jake, Neytiri e i loro figli), del pericolo che li segue, di dove sono disposti ad arrivare per tenersi al sicuro a vicenda, delle battaglie che combattono per rimanere in vita e delle tragedie che affrontano.  Vicende che andranno avanti negli altri due capitoli che seguiranno, prodotti tutti insieme per dare continuità temporale alla storia, fare in modo che i ragazzi protagonisti continuino ad avere lo stesso aspetto e, non ultimo, ottimizzare gli esorbitanti costi.

Protagonisti di questa ampia saga epica sono sempre Sam Worthington, Zoe Saldaña e Sigourney Weaver, che stavolta avrà tre ruoli: la scienziata Grace, la sua avatar e una quattordicenne.  “Cameron ha spinto il progresso nelle tecnologie cinematografiche da Titanic a Jurassic Park, costringendo anche gli altri a fare passi avanti. Stavolta  ha voluto esplorare l’oceano, elemento portante del film, costruendo persino un sottomarino – confida Landau – e spingendo ancor più avanti le tecnologie per creare tutti personaggi particolari”.  Si augura che il film sensibilizzi le nuove generazioni sulle problematiche ambientali che ci coinvolgono tutti. “E’ stata utilizzata la fantascienza come metafora dei tempi in cui viviamo – spiega il settantacinquenne produttore -.I film è stato girato “green”,  con risparmio energetico e abolizione delle plastiche”.