Presagi di morte a New Orleans. Quando Ehren Kruger pensò di ambientare un “voodoo-horror” in una New Orleans dal cielo plumbeo – la stessa di Angel Heart – Ascensore per l’inferno – non poteva immaginare che di lì a poco sarebbe stato l’inferno stesso a scendere su quelle terre. Limitandoci a fare il nostro lavoro vi diciamo che The Skeleton Key racconta la scelta dell’infermiera Caroline (Kate Hudson) di lasciare la casa di cura in cui prestava servizio per cercare un lavoro domiciliare. La morte del suo ultimo anziano assistito l’ha turbata tanto quanto quella di suo padre, avvenuta quando lei era troppo lontana per accudirlo. Con rimpianti e desideri di riscatto nel cuore, Caroline trova un lavoro a New Orleans presso gli anziani coniugi Deveraux: lui (John Hurt) è muto e paralizzato a letto in seguito a un colpo apoplettico; lei (Gena Rowlands) fa la padrona di casa gelosa, spocchiosa e apparentemente infastidita dall’intrusione della ragazza. John Hurt è così bravo a recitare con lo sguardo da far sembrare che una presenza invisibile gli tenga davvero la bocca tappata con una mano. Gena Rowlands è brava ma il suo personaggio è così “telefonato” da far intuire subito qualcosa.

Il regista di K-Pax Ian Softley si affida alla sceneggiatrice Ehren Kruger (The RingScream 3) per ricostruire parte delle atmosfere di Angel Heart e mescolarle con i complotti di Rosemary’s Baby e The Believers, ma forse consapevole di non essere né Roman Polanski, né John Schlezinger, si affida troppo alle performance dei suoi attori principali (tra cui spicca anche il promettente Peter Sarsgaard) e a trucchetti dell’altroieri come cigolii e porte socchiuse. L’appena accennato, ma necessario, senso di colpa che rende forse la protagonista Caroline maggiormente vulnerabile agli attacchi voodoo e quella discrepanza, violentemente superata, tra lo scetticismo urbano e le accese superstizioni dell’interland rendono The Skeleton Key un intrattenimento ben allestito, forse però per un’età più bassa delle previsioni della produzione. Fa piacere tuttavia vedere l’icona comica Hudson prestarsi ad un ruolo diverso dal solito (i pro e contro li lascio a voi), ma per spaventarvi davvero l’appuntamento è The Exorcism of Emily Rose. Questa è acqua fresca…

di Alessio Sperati