Una storia d’amore romantica e divertente che incontra la durezza della disabilità. L’ha scelta Riccardo Milani per Corro da Te, che arriva in cinquecento sale dal 17 marzo con Vision Distribution. Un film che racconta la civiltà del nostro tempo, che purtroppo spesso si esprime attraverso un modello di società che seleziona e coltiva la bellezza fisica, aspirando ad una comunità in cui sono tutti belli e in salute. E quando salute e bellezza vengono meno si rimane fuori.
Azzeccata la scelta di Milani per i protagonisti di questa delicata commedia agro-dolce (prodotta da Wildside e Vision Distribution  con la collaborazione di Sky e Amazon Prime Video e il supporto dell’Associazione Peba Onlus), i bravissimi Pierfrancesco Favino e Miriam Leone, contornati da un cast eccezionale, con l’impareggiabile, compianta, Piera degli Esposti, nella sua determinante, ultima apparizione cinematografica, affiancata dagli eccellenti Vanessa Scalera, Pilar Fogliatti, Pietro Sermonti, Carlo De Ruggieri, Giulio Base, Andrea Pennacchi, Michele Placido.

Favino stavolta indossa i panni di uno sgradevole, affermato manager cinquantenne, single incallito e seduttore seriale, disposto a tutto pur di conquistare la giovane bella donna di turno. Quando incontra Chiara, una donna solare e dinamica, violinista e appassionata tennista nonostante l’incidente che l’ha resa paraplegica, per conquistarla, come ha scommesso con gli amici, arriva a fingere di essere costretto su una sedia a rotelle, puntando tutto sulla pietà, per lui l’unico sentimento possibile nei confronti di un disabile. Attraverso lei e i suoi amici sportivi e vitali, lui non potrà far altro che cambiare prospettiva sulla vita, l’amore, la disabilità. Imparerà che l’unico vero handicap è l’assenza di forza d’animo.

Presentando il film con il cast, Milani spiega quanto sia stata determinante la presenza costante delle associazioni, delle persone e delle federazioni sportive per disabili, sia nella preparazione del film che durante le riprese. “La feroce ironia con cui si descrivono i ragazzi handicappati è stata il viatico per fare un film onesto. Racconto i lati peggiori del nostro Paese, ma credo che in fondo ad ognuno di noi, anche nella persona meno sensibile e apparentemente irrecuperabile, esista ancora una scintilla di umanità, di sensibilità, che l’occasione giusta può far riemergere e rifiorire”  sostiene convinto il regista, che ha scritto questa storia (ispirata al film francese Tout le monde debout) con Giulia Calenda e Furio Andreotti .
Il protagonista affronta un percorso difficile fatto di mille sfumature, di durezze e divertimento, di bugie, sincerità e ironia, messo davanti al muro della realtà dal personaggio interpretato da Miriam Leone.

“C’è una persona così in ognuno di noi – si giustifica ironicamente Favino -. Non guardiamo mai la persona ma quello che rappresenta. E’ un film liberatorio, che parla di tolleranza, senza retorica e pietismo, si ride senza sentirsi in colpa, invita a spostare lo sguardo al di là di quello che siamo, a chiamare le cose col loro nome, i disabili ci hanno dato la licenza di rappresentarli”.
“La forza non equivale alla prestanza fisica – aggiunge Leone -, l’amore abbraccia il difetto dell’altro, non glielo fa pesare. Per calarmi nei panni della protagonista ho imparato persino a giocare a tennis in carrozzina, per esprimere al meglio la sua dolcezza e luminosità, il suo non essere mai vittima del dolore. La disabilità non ha bisogno di pietà”.