Il cinema è in crisi? Non per la Sic, la Settimana Internazionale della Critica, sezione autonoma del sindacato critici cinematografici presieduto da Franco Montini, che nella sua 32esima edizione porterà dal 30 agosto al 9 settembre in concorso nell’ambito della Mostra di Venezia ben nove opere prime, dirette in maggior parte da donne e 9 nove cortometraggi di autori italiani.
Un bouquet di film fortemente al femminile, in prima mondiale, scelti con cura dalla commissione capitanata da Giona A. Nazzaro tra le centinaia selezionati, dal quale sono stati esclusi i lavori provenienti dagli Usa e dall’ Asia, non in grado di mettere tutto in discussione. Come la scelta della suggestiva immagine che contraddistingue quest’anno la storica sezione del Festival veneziano, realizzata in chiave cyber-fantasy dal geniale fumettista Carmine Di Giandomenico.

L’apertura sarà affidata alla favola nerissima, estremamente crudele e colorata Pin Cushon di Deborah Haywood, proveniente dal Regno Unito, che cala la scomparsa della classe operaia britannica nel mondo femminile. Chiuderà la kermesse l’atteso film italiano Veleno di Diego Olivares, un melodramma politico popolare, ambientato nella famigerata Terra dei fuochi della Campania avvelenata, con una strepitosamente battagliera Luisa Ranieri.

La seconda pellicola italiana in concorso è Il cratere di Silvia Luzi e Luca Bellino, sull’ossessione di un padre giostraio che sogna la figlia star del neomelodico. Les Garcon sauvages è l’erotico film scandalo del francese  Bertand Mandico sul diventare altro, con cinque adolescenti dediti all’occulto, drasticamente puniti con la perdita del proprio corpo.  The Gulf di Emre Yeksan tenta di raccontare la Turchia d’oggi come una surreale landa post-apocalittica, con un’ironica parabola politica fuori dai soliti schemi, immaginando una nuova socialità. S’ispira invece a un fatto di cronaca vera il film svizzero Sarah Joue un loup garou di Katharina Wyss, sull’ incessante lotta contro la solitudine di una diciassettenne.

Il punk arriva dalla Danimarca con Team Hurricane di Annika Berg, che si fionda nel piacere e nella violenza di un gruppo di ragazze in rivolta verso un mondo mediocre, che mescola fantasia e documentario, solitudine, graffiti, piercing fatti in casa, anoressia, arte, amicizia, diari segreti e sogni a occhi aperti. Dell’eterno conflitto padre-figlio si occupa l’argentina Natalia Garagiola nel suo Temporada de caza mentre la visionaria cineasta tedesca Helena Wittmann offre un’insolita esperienza sensoriale col suo Drift, ipnotico viaggio di una donna tra due mondi.