Gennaro Nunziante punta su un fantozziano stagista dei nostri giorni, sulla riscoperta della campagna, degli italici paesini belli e disabitati, sui valori del vivere biologico e del rispetto della natura per lanciare nel mondo del cinema Fabio Rovazzi col film Il Vegetale, con Luca Zingaretti, Ninni Bruschetta, Rosy Franzese, prodotto da The Walt Disney Company Italia che lo distribuirà nei nostri cinema dal 18 gennaio.
Una commediola dei buoni sentimenti e delle buone intenzioni, con protagonista il ventiquattrenne videomaker milanese fenomeno del web (cinque dischi di platino col tormentone “andiamo a comandare”), che interpreta uno dei tanti giovani di sani principi vanamente laureati, refrattari agli italici compromessi, vanamente ma caparbiamente a caccia di un lavoro.
Orfano di madre, Fabio non vede il padre da cinque anni, un modesto ma furbo geometra arricchitosi facendo il prestanome di loschi figuri dell’edilizia, con giovane compagna dell’est e figlioletta sveglia, che ama le discoteche più che il cantiere. Finito il padre in coma, il comando passa al figlio onesto e tontolone che farà fallire l’impresa, vivendo di stenti, vittima di sfruttatori di giovani e stranieri bisognosi di lavoro che gli offriranno uno “stage” a raccogliere pomodori nei campi.
Per Nunziante questa nuova maschera di giovane “stagista” italiano che rispetto a Fantozzi non ha nemmeno un lavoro sicuro, ha l’energia della giovinezza e la forza dell’innocenza per ribaltare il suo destino, perché “Una fine migliore ci vuole, è indispensabile”.
Purtroppo la propone in un film ingenuo, scontato, che forse divertirà i ragazzini fanatici di youtube, che vivono di social ma che certo non affollano le sale se non per i blockbuster americani zeppi di effetti speciali. Certo non attrarrà un pubblico più smaliziato, avido di buoni film e stufo di storielle banali, che non a caso ha fatto vistosamente crollare gli incassi cinematografici.