Presentato con grande successo il nuovo giallo dello scrittore Rosario Bonavoglia dal titolo “La sedia inquisitoria” (Fausto Lupetti Editore). Nel corso della serata evento, di fronte a un pubblico numerosissimo, sono intervenuti il Direttore della rivista letteraria “Leggere tutti” ed ex Direttore delle Edizioni Eri – Rai, Giuseppe Marchetti Tricamo, il giornalista de “La Repubblica”, Marco Panara e l’attrice Valentina Di Biasi, che ha letto con intensa partecipazione alcune parti del romanzo.
Questa nuova fatica letteraria arriva a quasi un anno di distanza da “Un angelo alle case verdi”, un testo di grandissimo successo che, in poco tempo, ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti, dalla menzione di merito al Premio Roma 2015 al diploma d’onore del Premio “Il Molinello” 2016 per la narrativa.
Se nel precedente lavoro a far da sfondo alla vicenda c’era la periferia di Tor Bella Monaca, emblema di una borgata priva di futuro, dove l’amministrazione comunale aveva deciso di radere al suolo l’intero quartiere per trasformarlo in una zona residenziale, questa nuova storia è ambientata sulla costa cilentana. Protagonista della storia è l’imprenditore Sasà Stramacchio, che viene trovato stecchito nel patio della sua villa, seduto su una poltroncina di legno. Un cadavere eccellente per la posizione eminente del personaggio nel contesto politico/affaristico della piccola città portuale di Piscreia, l’antica Putridia. In un susseguirsi di colpi di scena, le indagini del commissario Scardone vengono a smuovere la sonnolenza estiva del borgo e a togliere il coperchio al coivolgimento di una ‘cupola’ locale in un singolare traffico di carne verso l’Estremo Oriente. Per ammissione dello stesso autore “questo libro è partito con un altro intento, come un semplice divertissement letterario, come un romanzo grottesco, ricco di situazioni surreali”. Nel tempo è diventato un vero e proprio giallo, quasi una sfida al lettore, che resta incollato fino alla soluzione che giungerà solo all’ultima pagina. Non mancano certo i colpi di scena e gli episodi narrati si rivelano sempre originali e mai banali. Secondo Giuseppe Marchetti Tricamo “Bonavoglia si conferma un abile tessitore della storia, un ‘artigiano’ della parola, in grado di tratteggiare i suoi personaggi con grande maestria”. Se gli uomini rappresentano la brama del potere e il cinico opportunismo, le donne mostrano invece tutta la loro vitalità. Forse più ambigue, sensuali, ammaliatrici, infedeli, ma al tempo stesso restano incurabili sognatrici.

Pierfrancesco Campanella