Sono ben cinque i film italiani in concorso alla 78esima Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia  che si terrà al Lido dal 1 all’11 settembre.  59 i Paesi rappresentati, 37 i film annunciati, molti i grandi autori che si daranno battaglia per il Leone d’Oro, altrettanti presenteranno le loro opere nella sezione dei Fuori Concorso.
Un record per il cinema italiano che propone titoli attesissimi e prestigiosi come  E’ stata la mano di Dio, del premio Oscar Paolo Sorrentino, Qui rido io di Mario Martone sul grande Eduardo Scarpetta interpretato da Toni Servillo, Freaks Out di Gabriele Mainetti con Claudio Santamaria e Pietro Castellitto, Il buco di Michelangelo Frammartino su una straordinaria impresa italiana di speleologia e il thriller America Latina dei fratelli Damiano e Fabio D’Innocenzo con Elio Germano.  
Netflix è in concorso con The Power of the Dog di Jane Campion e Paolo Sorrentino, mentre Pablo Larraìn sarà in gara con Spencer. Attesi tra i Fuori Concorso, Dune di Denis Villeneuve, che promette  effetti speciali mai visti e immagini impressionanti,  Ultima notte a Soho di Edgar WrightThe Last Dueldi Ridley Scott con Matt Damon e Ben Affleck.
L’apertura del Festival è affidata a Madres Paralelas di Pedro Almodòvar, storia tutta al femminile con Penelope Cruz. In chiusura  sarà proiettato Il bambino nascosto di Roberto Andò con Silvio Orlando (fuori concorso).

“Da ragazzi il futuro ci sembra buio. Barcollanti tra gioie e dolori, ci sentiamo inadeguati. E invece il futuro è là dietro. Bisogna aspettare e cercare. Poi arriva. E sa essere bellissimo – dice Sorrentino -. Di questo parla E’ stata la mano di Dio . Senza trucchi, questa è la mia storia e probabilmente anche la vostra”. 
Il regista di Lo chiamavano Jeeg Robot è in concorso Freaks Out ambientato sullo sfondo della pagina più cupa del Novecento: la Roma occupata del 1943, rievocata però dando libero sfogo alla fantasia. “Sono nati così i nostri quattro freak – dice Mainetti -, individui unici e irripetibili, protagonisti di una Storia più grande di loro”. 
Martone propone un inedito ritratto di Scarpetta. “Per tutta la vita il grande Eduardo De Filippo non volle mai parlare di Scarpetta come padre, ma solo come autore teatrale. Quando suo fratello Peppino lo ritrasse spietatamente in un libro autobiografico, Eduardo gli levò il saluto per sempre. Venne intervistato poco tempo prima di morire: ‘Ormai siamo vecchi, è il momento di poterne parlare, Scarpetta era un padre severo o un padre cattivo?. La risposta fu ancora sempre e solo questa: ‘Era un grande attore’”.