In sala dal 24 gennaio distribuito dalla BIM Film

La musica che rischiara la vita, stempera le tensioni e le angosce della vecchiaia, alimenta l’anima e le passioni umane. Sono i toccanti temi di Quartet, film scelto da Dustin Hoffman per il suo esordio alla regia, nelle sale dal 24 gennaio distribuito da BIM. Non poteva scegliere meglio il grande attore settantacinquenne per la sua prima prova dietro la macchina da presa, che la versione cinematografica della toccante e divertente commedia agrodolce, in puro british-style, di Ronald Harwood. Affidata a uno stuolo di strepitose “vecchie glorie” delle scene britanniche, con in testa gli impareggiabili Maggie Smith, Tom Courtenay, Billy Connolly, Pauline Collins.

Sopra a tutti campeggia la musica di Giuseppe Verdi, che fondò nel 1896 a Milano la “Casa di Riposo per Musicisti” per accogliere, disse, «I vecchi artisti di canto non favoriti dalla fortuna, o che non possedettero da giovani la virtù del risparmio. Poveri e cari compagni della mia vita!». Il regista svizzero Daniel Schmidt li presentò nel film documentario Il bacio di Tosca da cui Harwood prese spunto per la sua pièce teatrale, da cui poi trasse la sceneggiatura dell’omonimo film.

Nel leggerla Hoffman si commosse. «Lessi il copione in aereo e mia moglie mi vide piangere – racconta l’attore -. Non piango mai e sono un critico molto severo». Fu colpito dall’ottimismo con cui la storia racconta la “terza età”. «Una volta qualcuno ha detto che la vecchiaia non è divertente – ricorda Hoffman -. Man mano che il corpo invecchia diventi più vulnerabile, ma io ho sempre creduto che l’anima possa espandersi».

Per lui Quartet è uno spaccato sulla vita di un gruppo di persone al loro “terzo atto” che hanno ancora tanto da dare. «Sono tutti musicisti con l’incessante desiderio di andare avanti, e ci riescono» concorda Maggie Smith. «Non sono giovane ma sono pieno di vita – puntualizza Billy Connolly – e mi rifiuto di comportarmi in base alla mia età. Sarebbe sensato come comportarsi in base al numero civico della casa in cui si abita». E proprio questa è la filosofia degli ospiti di Beecham House, la casa di riposo per artisti famosi ma ormai squattrinati che, per raccogliere i fondi necessari a evitare la chiusura della lussuosa magione, preparano un concerto di gala per il 10 ottobre, data di nascita di Verdi, col suo quartetto dal Rigoletto.

L’ arrivo nel lussuoso ospizio della grande diva a riposo Jean Horton (una sublime Maggie Smith) che anni prima portò al successo il brano con altri tre ospiti della casa, tra cui il suo ex marito, sarà fonte di euforia, guai e malori. Lei, in preda a capricci da star, rifiuterà stizzita di esibirsi, risvegliando antichi rancori, invidie, gelosie, raccontanti con dialoghi leggeri e intelligenti, divertenti e commoventi. Un film davvero piacevole, da vedere, a ogni età.