La legge del terremoto, film documentario opera prima di Alessandro Preziosi arriva nelle sale  con un tour di proiezioni alla presenza del suo autore dal 15 novembre, prodotto da Khora film con Rai Cinema in associazione con Luce-Cinecittà e in collaborazione con Rai Teche. Un viaggio fisico e della memoria, storico e visionario, dentro un racconto che abbraccia un’esperienza drammatica e unica che coinvolge collettività di tutta l’Italia: il racconto del terremoto. Il film esce, distribuito da Luce Cinecittà, con una proiezione fortemente simbolica a L’Aquila,nell’Auditorium del Parco progettato da Renzo Piano, e toccherà Napoli, Avellino, Roma, Milano, Firenze, Bologna e altre città.

Se l’Italia è un corpo, il terremoto è un colpo al cuore. Preziosi, che cura regia e dà voce e presenza d’attore al film, è stato giovanissimo testimone del sisma in Irpinia, nel 1980. Il suo viaggio ci porta nel Belìce, colpito nel 1968, poi in Friuli, ad Assisi, l’Aquila, Amatrice. Sismi, ma anche esperienze, umanità, ricostruzioni. Insieme a straordinari documenti d’archivio, testimonianze d’eccezione e toccanti, passaggi e riprese in luoghi di forte valenza simbolica come il cretto di Gibellina eternato dal genio di Alberto Burri, e uno sguardo sofisticato e insieme commosso, il film disegna una mappa sorprendente di qualcosa che ci tocca da sempre, nel profondo.

L’attore non si sofferma, se non in pochi e necessari momenti, a un racconto del dolore o della denuncia, ma intraprende un percorso all’interno dell’anima della sua nazione e della gente che la popola, ponendosi una fondamentale domanda: come si fa a ricostruire qualcosa, qualsiasi cosa, persa in un istante? Questa domanda è stata posta ad intellettuali, politici, storici, economisti, architetti, giornalisti che lo accompagnano con il loro contributo in questo viaggio esistenziale, storico e simbolico all’interno della nostra storia recente. Gli argomenti trattati, arricchiti dalle straordinarie immagini di memoria delle  Teche Rai e dell’Istituto luce, cercando di restituire una nuova prospettiva su un tema raccontato dalla cronaca negli anni, con particolare attenzione a questioni quali l’emigrazione dalle zone colpite, l’impoverimento del tessuto sociale, il volontariato, nonché il prezioso lavoro della protezione civile.