Il celebre festival capitolino quest’anno parla tutto al femminile

Il Festival del film di Roma (27 ottobre-4 novembre) si tinge di rosa per il numero delle registe donne e delle dive attese sul ribattezzato “pink carpet”. Un festival allegro, aggressivo, assicura la direttrice Piera De Tassis, contraddistinto dai film italiani (ben 56, di cui quattro in concorso) e dai “duetti” tra gli attori Sergio Castellitto e Penelope Cruz, Sergio Rubini e Riccardo Scamarcio, Valeria Solarino e Vinicio
Marchioni, che intratterranno il pubblico dell’Auditorium. Su una donna, appunto, l’attivista birmana Aung San Suu Kyi, sarà incentrato il film di apertura The Lady e quello di chiusura, il restaurato “Colazione da Tiffany” con la Hepburn.

Dedicato a Franca Valeri l’omaggio di Sabina Guzzanti e, ancora, un documentario di Paolo Petrucci sulla passione platonica di Laura Betti per Pasolini. Tra le ospiti più attese Charlotte Rampling, Michelle Williams (nei panni di Marilyn Monroe), Isabelle Huppert, la  Scott-Thomas, la Gyllenhaal, la Yeoh, le italiane Golino, Gerini, Capotondi, Sansa, Crescentini. A dare un colpo di mascolinità l’affascinante Richard Gere, che riceverà il premio alla carriera e il regista Michael Mann, che terrà in sala una lezione di cinema.

E veniamo ai film in concorso. Nella sezione ufficiale Il cuore grande delle ragazze di Pupi Avati con la Ramazzotti e Cremonini, La Kriptonite nella borsa di Ivan Cotroneo con la Golino e Zingaretti, Il mio domani di Marina Spada con la Gerini e Pisu e Il paese delle spose infelici del pugliese Pippo Mezzapesa. Fuori concorso invece L’industriale di Giuliano Montaldo con Pierfrancesco Favino e Un giorno questo dolore ti sarà utile di Roberto Faenza, dal romanzo di Peter Cameron, ritratto della New York di oggi con i premi Oscar Marcia Gay Harden e Ellen Burstyn.

Tra le sorprese annunciate i documentari su Stefano Cucchi e sul calciatore suicida Agostino Di Bartolomei per i quali sono attesi Carlo Verdone e Francesco Totti, il film tratto dai disegni di Furio Scarpelli realizzato dal nipote Filiberto, un inedito di Lelio Luttazzi, le confessioni di Franco Califano raccolte da Stefano Veneruso.

Non poteva mancare un omaggio ai 150 anni dell’Unita’ d’Italia con le versioni restaurate di Rotaie di Mario Camerini e I Cannibali di Liliana Cavani,  la retrospettiva ‘Decamerone Italiano’ con film, fra gli altri, di Monicelli, Risi, Wertmuller e Olmi.  Tra le mostre ‘Monica
e il cinema’ per gli 80 anni di Monica Vitti e l’omaggio a Pier Paolo Pasolini curato dai premi Oscar Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo.

Su questa sesta edizione del Festival forse peserà l’“assenza” di 260mila euro negati dal ministero, che però ha magnanimamente concesso il proprio patrocinio, gratuito naturalmente. A chiudere la porta a nuove polemiche ci ha pensato il sindaco di Roma, Gianni Alemanno dichiarando a gran voce: «Nessun ministro dovrà rompere le scatole al Festival». Parole sottoscritte “in pieno” dal solitamente schivo presidente del festival Gianluigi Rondi.