Una commedia all’interno di un dramma, che sta dentro a un thriller, che a sua volta è contenuto in un fantasy. E’ un misto di generi l’esilarante, originale commedia nera Abracadabra, presentata alla Festa del Cinema di Roma dal regista e sceneggiatore spagnolo Pablo Berger accompagnato da Maribel Verdù e José Mota, protagonisti con Antonio de la Torre delle spassose, ipnotizzanti avventure.

Una pellicola ipnotica perché, spiega convinto l’autore, il cinema come l’ipnosi è un sogno a occhi aperti. Per sottolinearlo ha usato colori smaglianti, musiche coinvolgenti, mescolando ironia, emozioni, sorpresa. L’illusionismo è un archetipo comico nel cinema, già sfruttato da Woody Allen, Von Trier, Erzog. “Magia e cinema vanno a braccetto – sostiene Berger – qui è un punto di partenza per raccontare una storia”. Quella della casalinga frustrata Carmen e del dispotico e distratto marito Carlos, una coppia stanca che vive in un anonimo appartamento dei casermoni della periferia di Madrid.

Durante il classico pacchiano banchetto di matrimonio il cugino di lei, ipnotizzatore da strapazzo, le manda per sbaglio in trance il marito che viene posseduto da uno spirito, cambiando completamente carattere. I due cugini si lanciano dunque in una comica, surreale, ricerca del fantasma per riportare il congiunto alla normalità. Dopo mille divertentissimi e cruenti colpi di scena non mancherà un appagante finale a sorpresa.

“E’ una favola che con una vernice di umorismo racconta le donne maltrattate”  spiega il regista. “Non sono una caricatura della casalinga ma una donna che va oltre, un’eroina che rappresenta tutte le Carmen del mondo offrendo loro una speranza” precisa Maribel Verdù. Messaggi il film ne lancia tanti. “Ma lascio al pubblico le conclusioni” chiude enigmatico Berger.