Dopo il suo debutto con Mr. Wrong Gaylene Preston tenta di riprodurre le ambientazioni, le atmosfere e i risvolti oscuri che carattterizzano il successo di un thriller senza riuscire assolutamente nel suo intento. Perfect Strangers, di cui la Preston ha firmato sceneggiatura e regia, pur riprendendo la vicenda di una donna minacciata da un uomo misterioso, già sviluppata nella sua opera d’esordio, tenta di acquisire indipendenza narrativa grazie ad una carrelata di sentimenti contrastanti che si alternano confusamente e disordinatamente tanto da ottenere solamente una drammatica diluizione di pathos ed aspettativa. Sam Neil, di cui è sicuramente facile ricordare interpretazioni più significative come Lezioni di pianoCaccia a Ottobre Rosso, si adagia troppo facilmente nella parte di un innamorato ed evidentemenete sofferente di solitudine, mentre Rachael Blake (Lantana) dà vita a mutamenti interiori così rapidi ed immediati da risultare incomprensibili e drammaticamente superficiali per un film che ha l’ambizione di imporsi come thriller psicologico.

Amore, odio, passione e follia si alternano e si sovrappongono senza lasciare la minima traccia emozionle del proprio passaggio. Incomprensibile ed oscuro nei suoi tentativi di evoluzione, Perfect Stranger risulta assolutamente prevedibile nella successione della vicenda senza mai sfiorare la possibilità di intrappolare lo spettatore nel gioco della suspance. Nonostante siano più che evidenti i riferimenti alla solitudine e alla incapacità di amare e di lasciarsi andare a sentimenti ben espressi dalla Blake il film non riesce a raggiungere la sottigliezza e l’invisibilità formale utile per raggiungere e colpire. La sensazione che si ottiene è che Gaylene Preston abbia cercato di trovare un compromesso tra il percepire ed il mettere in scena, non avendo fino in fondo il coraggio di abbandonare la forma. Il risultato è un film capace di accennare e non di approfondire, confuso e superficiale nei momenti di maggior interesse e all’interno del quale l’unica vera fonte di forza distruttiva e rivoluzionaria è quella di un tempestoso e grigio mare australiano.

di Tiziana Morganti