Giacomo Manzù e Lucio Fontana accomunati dal tema del sacro. A unire virtualmente i due grandi artisti del ‘900 la bella mostra Manzù. Dialoghi sulla spiritualita, con Lucio Fontana curata da Barbara Cinelli con Davide Colombo, aperta dall’8 dicembre al 5 marzo al Museo di Castel Sant’angelo a Roma e al Museo Giacomo Manzù di Ardea, l’antica capitale dei Rutuli sul litorale romano.

Organizzata dal Polo Museale del Lazio diretto da Edith Gabrielli con il patrocino del Pontificio Consiglio della Cultura, in collaborazione con la Fondazione Giacomo Manzù e il Comune di Ardea, la mostra propone a Castel Sant’Angelo trentacinque sculture di Manzù tra cui bassorilievi, vetri incisi, grandi sculture dei Cardinali e, unica opera laica, la statua raffigurante Alice Lampugnani, mecenate di Manzù. Un interessante filmato scritto e diretto da Francesco Patierno illustra le delicate e complesse fasi del montaggio dell’esposizione romana. Al Museo di Ardea invece, saranno proposte al pubblico gratuitamente  trenta fra sculture e disegni di Fontana, fra cui due bozzetti e una formella per la porta del Duomo di Milano, prestati dai Musei Vaticani e dalla Fabbrica del Duomo.

Manzù rappresenta fra gli anni ’50 e ’60 un punto fermo per l’arte sacra contemporanea partecipando, tra l’altro, al concorso per la porta della Basilica di San Pietro. Nello stesso periodo anche Fontana partecipa al concorso per la realizzazione delle porte del Duomo di Milano. La mostra rivede l’opera dello scultore bergamasco scomparso nel 1991, alla luce del suo rinnovato rapporto con la Chiesa dopo la scomunica per le formelle sulla passione di Cristo esposte a Milano nel 1941, e il tentativo del Vaticano di stabilire in quegli anni un nuovo rapporto con l’arte contemporanea.

La mostra unisce due musei molto diversi. “Concepire la mostra in due sedi di pari livello significa superare il tradizionale rapporto di sudditanza che Roma impone alla provincia” spiega Gabrielli, sottolineando che in solo un anno e mezzo di vita il polo museale da lei diretto come luogo di cultura e ricerca, ha fatto registrare un aumento degli incassi del 93%. Barbara Cinelli e Giulia Manzù, figlia dello scultore, hanno contribuito a costruire un percorso nuovo che sperano possa rivitalizza il Museo di Ardea, voluto fortemente da Manzù e troppo a lungo, beceramente trascurato dalle pubbliche amministrazioni locali.