Un thriller storico-psicologico-sentimentale per far conoscere attraverso il grande schermo la storia del genio matematico britannico Alan Turing, il pioniere della moderna informatica. Un inquietante e sconosciuto eroe di guerra che, riuscendo a decifrare i codici segreti della macchina tedesca Enigma, contribuì a ridurre la durata della Seconda Guerra Mondiale. L’uomo che inventò il computer fu poi incriminato per omosessualità e non resse a tale infamia. Un capitolo della nostra storia poco noto, venuto alla luce grazie al film The Imitation Game diretto da Morten Tyidum, sceneggiato da Graham Moore, interpretato da Benedict Cumberbatch e Keira Knightley, nelle sale dal 1 gennaio.

Amore, perdita, trionfo sono i temi ben sintetizzati dal regista norvegese che, in questa pellicola ricca di sfumature, rende omaggio all’essere diversi restando fedele alle radici iconoclaste di Turing che subì una grande ingiustizia senza mai scendere a compromessi con i suoi ideali. Azzeccata la scelta per interpretarlo di Cumberbatch, attore intenso, misterioso, enigmatico. Altrettanto notevole Keira Knightley nei panni di Joan Clarke, la brillante matematica sparring partner di Alan, moderna per quei tempi, che ha infuso forza e vulnerabilità al personaggio. Efficaci per il gruppo di Bletchley (formato da un campione di scacchi, linguisti, matematici, agenti segreti) gli attori Matthew Goode, Rory Kennear, Allen Leech, Matthew Beard, Charles Dance, Mark Strong.

L’accuratezza storica è stata in nodo cruciale, fondamentale per il coinvolgimento del pubblico nella vicenda, girata con soldi limitati in sole otto settimane in Inghilterra, in diverse location tra cui la villa vittoriana dello scrittore Ian Fleming, una base dismessa della Royal Air Force, la Sherborne School dove studiò il giovane Turing e il vero centro di crittoanalisi di Bletchley Park.
Una storia che celebra la vita e il lavoro di Alan, autorizzato da Churcill a guidare il team di Enigma, figura per quei tempi difficile. La sua macchina non fu mai perfezionata, anche se ha dato origine a un intero campo di ricerca noto come “La Macchina di Turing”, che oggi noi chiamiamo Computer.