Dopo sette anni di assenza la regista Francesca Archibugi torna al cinema con una storia di iniziazione giovanile alla vita. Distribuito da 01 Distribution e Rai Cinema, Lezioni di volo sarà nelle sale italiane dal 19 marzo con 130 copie. L’incipit narrativo è l’amicizia tra Pollo/ Apollonio( Andrea Miglio Risi) e Churry/Marco( Tom Karumathy), due ragazzi diciottenni della buona borghesia romana incapaci di afferrare e sfruttare le possibilità offerte loro dalla situazione privilegiata in cui vivono. Il primo imbrigliato nelle tradizioni a volte troppo soffocanti della cultura ebraica, il secondo fin troppo compreso ed amato da genitori attenti a non turbare la sua stabilità interiore. Dopo un anno scolastico fallimentare i due vengono mandati dalle rispettive famiglie in India per dare a Marco la possibilità di venire a contatto per la prima volta con il suo paese d’origine. Un viaggio che li porterà a conoscere se stessi grazie anche all’incontro con una giovane dottoressa ( Giovanna Mezzogiorno) e con un universo inaspettato che li travolgerà, scoprendo alla fine di non essere poi così sbagliati. Dopo un iter di preparazione quasi infinito, L’Archibugi è arrivata finalmente alla fine di questo progetto creativo appoggiata dal sostegno produttivo di Cattleya. ” Ho dovuto fare tre lunghi sopraluoghi per cercare i posti adatti al film e ai personaggi, percorrere migliaia di chilometri, conoscere le missioni di Medici Senza Frontiere, vedere gli orfanotrofi e capire un umanità così imperscrutabile.” Un viaggio nei meandri e nei segreti dell’India che la regista ha affrontato accanto alla sceneggiatrice Doriana Leondeff, dalle cui suggestioni sono nati personaggi dalle caratteristiche umane particolari. Giovanna Mezzogiorno e gli esordienti Andrea Miglio Risi e Tom Karumathy sono i protagonisti in “volo” di questa vicenda. Accanto a loro si affianca un cast di caratteristi d’eccezione. Angela Finocchiaro e Anna Galiena tratteggiano con delicatezza e sintesi i ritratti di due madri all’opposto, offrendo in poche battute la visione all’interno di una borghesia non così sicura e dorata. Dall’altra le figure maschili di Flavio Bucci e Roberto Citran rappresentano l’immagine di una paternità intransigente ed un po’ distratta.

Ma il motore centrale della vicenda continua ad essere questa particolare e privilegiata avventura adolescenziale, come precisa la stessa Giovanna Mezzogiorno .” I destini dei protagonisti s’incrociano, dando sfogo ai bisogni personali. Il motore di tutto sono proprio i due ragazzi. L’incontro con il mio personaggio, una donna indipendente e più adulta, rappresenta solamente un trampolino di lancio per un salto in avanti nella propria vita. Tutti i protagonisti trovano qualche cosa di cui avevano urgentemente bisogno per poter spiccare il volo”. Da Mignon è partita ( 1987) a Il grande cocomero ( 1992) l’Archibugi ha da sempre affrontato problematiche giovanili, fotografando con particolare sensibilità e precisione un mondo adolescenziale travolto dall’apparente disordine del crescere. Eppure in questo caso rifiuta vivacemente la classificazione. ” Ci tengo a precisarlo. Io non sono una regista che lavora esclusivamente e per punto preso con i bambini od i ragazzi. Più semplicemente lavoro con i personaggi, che hanno la capacità di essere tutti diversi tra loro. Non mi sento affatto una cineasta specializzata nell’infanzia. Ogni personaggio si presenta con una sua psiche e non come il prototipo di una categoria. Io non faccio altro che affrontarlo come un pezzo unico”. Ma in questo caso accanto ai protagonisti in carne e ossa si affianca un elemento ambientale e culturale indiano dal grande fascino che conferisce un quid particolare all’intera vicenda. ” L’India è un paese particolare con tutte le sue contraddizione – spiega l’Archibugi – da una parte è fortemente tradizionalista, dall’altra ha una forza filosofica capace di irrompere all’interno di molti luoghi comuni. Basti pensare alla condizione sociale delle donne. Anche se costrette spesso ad una situazione d’inferiorità, l’India è stata guidata per decenni da Indira Gandhi. Un passo che nel nostro paese è ancora impensabile da ipotizzare.”

di Tiziana Morganti