I giovani, i loro modi di esprimersi, di divertirsi e trasgredire, le loro insicurezze, fragilità, la fuga da se stessi e dalle proprie emozioni, il sempre più fragile rapporto tra adolescenti e genitori, sono sempre più al centro dei racconti anche della tv pubblica. Dal 15 maggio Rai1 manda in onda in prima serata per tre puntate Vivere, non è un gioco da ragazzi, un intenso, coinvolgente family drama che mette a confronto genitori e figli, diretto da Rolando Ravello con protagonisti Stefano Fresi, Nicole Grimaudo, Riccardo De Rinaldis Santorelli, Claudio Bisio, Lucia Mascino, Fabrizia Sacchi, Stefano Pesce, Fausto Maria Sciarappa e un nutrito cast di giovani bravissime promesse.
La fiction, prodotta da Rai Fiction con Picomedia, tratta dal libro di Fabio Bonifacci Il giro della verità, che ha impiegato cinque anni per ricavarne la sceneggiatura, molto corale, attuale, che tra segreti e colpi di scena, gira intorno al concetto di verità, offrendo al pubblico le diverse direzioni che questa può prendere, raccontate in modo realistico, senza retorica, senza giudicare, con un finale aperto alla speranza.

Un argomento che riguarda ciascuno di noi perché, in questo gioco spietato che è la vita, basta un gesto, anche innocente, per compromettere tutto. È quello che accade a Lele, un adolescente con tutte le carte in regola per condurre una vita serena. Eppure un solo errore, molto comune tra i ragazzi come passare una pasticca di droga sintetica a un amico, spezza una giovane vita e ne schiaccia un’altra sotto il peso della colpa. Un dramma che travolge le famiglie, gli amici e si allarga a macchia d’olio a tutto il piccolo mondo intorno, rivelando un disagio comune, facendo cadere molte maschere.

“Con mia figlia adolescente ho scoperto un mondo completamente diverso da quello che frequentavo alla sua età. Il nostro trasgredire era la canna, lo spinello, oggi ci sono le droghe chimiche, costano poco, ti sballano per tutta la notte, ma sono molto pericolose” racconta il regista, presentando la serie alla Rai di Roma con il cast . Il filo conduttore è certamente quello della droga “ricreativa”, percepita ormai come “quasi normale”. “Non è vero che i ragazzi oggi sono fuori controllo o stupidi o vuoti – continua Ravello -, credo invece che manchi il tessuto familiare, con genitori pieni di sensi di colpa e un mondo Teen che non ha più neanche quel barlume di ideali che ha salvato molto di noi a quella età. Non hanno qualcosa con cui identificarsi di solido. Hanno invece i social, una piazza globale rischiosa e faticosa”.

Per Fresi “quando siamo in difficoltà, invece di condividere un problema, lo nascondiamo, lo teniamo segreto, nella speranza che si risolva prima di essere scoperto. Quando poi, nel peggiore dei modi, la verità viene fuori, saltano tutti gli equilibri”. Per Crimaudo “fare i genitori è un gioco d’azzardo, la posta è molto alta, mai abbassare la guardia con i figli, il dialogo è necessario”. Quando tutto vacilla, dove si trovano i punti fermi per non perdersi, ritrovare il baricentro? Nel recupero del senso della famiglia, che è soprattutto un luogo dell’anima nel quale si è scelto di condividere tutto, male compreso. Nel momento in cui si interviene attivamente, con energia, dove è possibile, tutto può essere affrontato.