Prendi una coppia splendente di fascino e sex appeal, una di quelle in cui sia lui che lei sono tra i divi più appetibili di Hollywood nonostante non siano più nella verde età, mettili in un’aula di tribunale a discutere di divorzi ed avrai… Prima ti sposo, poi ti rovino dei Coen? No, avrai Laws of Attraction, dove la bellezza che ammutolisce e toglie il fiato di Pierce Brosnan e Julianne Moore non fa rimpiangere affatto quella di George Clooney e Catherine Zeta Jones. Divertente, brillante, arguto, ironico e spiritoso, con quel pizzico di erotismo in sospeso che fa venire il prurito anche alle suore di clausura, Laws of Attraction è una commedia che deve molto alla precedente pellicola dei fratelli Coen, ma che poi si affranca prendendo una strada diversa e soprattutto ponendo sullo stesso piano i due contendenti.

Lei non è più un’arrampicatrice sociale disposta a tutto pur di intascarsi i capitali del malcapitato consorte, ma un avvocato in gonnella che ha riposto la propria femminilità nel cassetto più remoto del suo armadio. Combattiva e fiera, combatte le sue battaglie sia in aula che dentro le mura domestiche con l’avvocato più affascinante del foro di competenza. E a questo punto, visto che si parla di una coppia sposata, divorzi in discussione e incontri all’ultimo sangue in aula che mescolano il pubblico al privato, come possiamo non pensare a quell’indimenticabile capolavoro che fu La costola di Adamo? Come non può tornarci alla memoria quella scena in cui, con fare sicuro, una meravigliosa Catherine Hepburn spiegava al giudice «Puccio è lui, Pucci io»? Di certo qui non si vuole sostenere che il film di Peter Howitt raggiunga addirittura quelle vette, ma di certo il suo talento nel descrivere le interiorità emotive del genere umano non lo ha abbandonato dai tempi di Sliding Doors.

Il duo di protagonisti è affiatatissimo e Brosnan brilla nel ruolo dell’avvocato in apparenza cinico e disincantato, ma che in realtà nasconde un cuore pronto a stupirsi e a mettersi in gioco come un adolescente che si innamora per la prima volta. Julianne Moore sembra aver fatto un patto con il diavolo per la sua luminosa bellezza che non viene scalfitta minimamente dal trascorrere del tempo. Mogli frustrate, artiste sopra le righe, donne in carriera sull’orlo della frigidità… lei può interpretarle tutte senza perdere lo smalto, senza che la sua pelle screziata si opacizzi neanche un po’. Una sorpresa poi è sicuramente Frances Fisher nel ruolo di Sara Miller. Forse oltreoceano conoscevano già il suo talento comico, visto che Frances ha addirittura un suo ‘one-woman show’, ma per noi, abituati a ricordarla solo come la madre acida e vile di Kate Winslet in Titanic è davvero piacevole scoprirla così piena di humor e di verve. Insomma, tra una situazione paradossale e l’altra, gite in Irlanda e bassezze a cui solo i veri avvocati sono capaci di arrivare, Laws of Attraction dispiega una deliziosa commedia romantica, piena di sogni e speranze, colma d’amore e fermamente decisa a dare all’istituzione matrimoniale, ancora una volta, un’altra possibilità.

di Federica Aliano