In Svezia è stato il successo dell’anno e ora sta per varcare l’Oceano con la speranza di aggiudicarsi l’Oscar come miglior film straniero. L’Amore non basta mai di Maria Blom, una commedia più aspra che dolce sulla difficoltà di vivere i sentimenti, ha conquistato lo Swedish Film Awards 2005 per il miglior film e la miglior sceneggiatura, il Premio del Pubblico al Festival di Rotterdam e il 7 ottobre approda in una decina di nostre sale distribuito da Teodora film. La trentaquattrenne regista svedese ha presentato alla Casa del Cinema di Roma questa sua pellicola dal marcato sapore nordico, che scava nell’ animo umano in modo diretto, crudo e anche tenero, senza però i sapori psicoanalitici di bergmaniana memoria. «La mia intenzione è quella di mostrare come molte persone diano spesso per scontati i sentimenti altrui – ha spiegato la Blom, che firma anche la sceneggiatura -. Sebbene ci si senta vicini l’uno all’altro capita spesso che si respiri una certa incomprensione proprio con le persone più care e diventi sempre più facile sentirsi lontani anche quando si è a casa». Crisi che accomunano ormai tutto il genere umano globalizzato (È in arrivo un’altra commedia americana con Cameron Diaz, In Her Shoes, sul rapporto conflittuale tra due sorelle). Ma che forse nell’italico spettatore, che ha già visto scandagliare in mille film (da Antonioni a Muccino) i problemi esistenziali e generazionali, non suscitano le stesse vivide emozione provate dagli svedesi, semmai favoriscono, a tratti, un certo sopore. Protagonista della pellicola è Mia (Sofia Helin), una trentenne single in carriera che vive sola e frustrata a Stoccolma. I festeggiamenti per il settantesimo compleanno del padre la riportano suo malgrado nel piccolo villaggio della provincia di Dalecarlia lasciato una quindicina d’anni prima, dove ha sepolto i propri sentimenti per parenti e amici, e che ormai sembra distare anni luce dalla sua realtà di insoddisfatta giovane metropolitana che affoga nell’alcool e nel fragore delle discoteche i suoi vuoti interiori.

Ma anche nel piccolo borgo le relazioni umane non sembrano avere la meglio. Sua sorella maggiore Eva è una perfezionista conformista, impegnata a controllare tutto e tutti per convincere prima di tutto se stessa di essere il top come moglie, madre, e anche come figlia. Coinvolge Mia nel turbinio dei preparativi per la perfetta riuscita della grande festa che sta organizzando per il compleanno del padre nel centro sociale del paese. Non fa nulla per nascondere il profondo disappunto e la gelosia che prova quando i genitori decidono di donare alla figlia minore un terreno vicino al lago per invogliarla a tornare più spesso a casa. Per l’occasione torna al paese anche la sorella maggiore Gunilla, che mollati due figli ormai adulti e marito, si è ritirata in un altro villaggio per ritrovare se stessa ma si è ripiegata tristemente sui ricordi di un mitico viaggio da poco intrapreso nell’esotica Bali dove però, si sfogherà alla fine con la sorellina, un giovane americano le ha riaperto gli occhi sulle gioie del sesso. La Blom arricchisce man mano il suo caleidoscopio di dolente umanità di personaggi sull’orlo di una violenta crisi di nervi. Fa loro rivangare sinistri ricordi, come il suicidio di una caro amico di famiglia, sparatosi durante un precedente compleanno, che ha segnato la vedova ma soprattutto il figlio, un dandy ex fiamma di Mia all’apparenza ambito da tutte le sottane del paese che però medita in silenzio di darsi la stessa drastica fine del padre. Mentre un anziano vicino, delirante per il fresco abbandono della consorte, imbraccia il fucile facendo temere il peggio, ma alla fine sacrificando solo l’odiato gatto. Una morte ci sarà, molto vicina e dolorosa, che scaverà ancor più a fondo nei tormentati animi dei protagonisti, ma forse scorrendo via come i fiumi di vodka fin lì consumati.

di Betty Giuliani