Belle donne e tante pistole in salsa fumetto: mai titolo fu più azzeccato di questo. L’attore e sceneggiatore Shane Black, che nel 1986, grazie al sodalizio con Richard Donner, creò la saga di Arma letale,esordisce alla regia per sovvertire quelle regole dell’ action thriller che lui stesso contribuì a scrivere negli anni Novanta. In Kiss Kiss Bang Bang il protagonista – narratore è Harry Lockart (Downey Jr.), ladruncolo maldestro ma pieno di ottimismo e di una buona dose di fortuna. Durante una fuga finisce in una stanza dove si sta svolgendo un provino cinematografico e, grazie ad una prestazione per ovvi motivi convulsa, ottiene la parte. Si ritrova così a Los Angeles nella culla del cinema dove, per interpretare un investigatore, dovrà affiancare un vero detective, Gay Perry (Val Kilmer), un tipo che unisce in modo del tutto eteroclito un’ ostentata durezza al fatto di essere omosessuale per davvero e non solo nel nome. Al paradosso di un ladro che fa l’attore per fingere di essere un detective, si aggiunge la presenza a tratti soporifera dell’aspirante attrice Harmony (Michelle Monaghan), cresciuta leggendo i romanzi pulp di un certo John Gossamer. Harry e Gay si ritrovano a indagare sul suicidio piuttosto sospetto della sorella di Harmony e in breve saranno circondati da cadaveri di belle donne.

Se Harmony, nonostante il nome, fa incetta di romanzi pulp, il regista Shane Black è cresciuto sui gialli di Raymond Chandler, i cui titoli sono omaggiati non soltanto nel suo cinema, ma anche nei cinque capitoli di cui si compone Kiss Kiss Bang Bang. Downey Jr., già detective narratore nel recente The Singing Detective, ci accompagna per tutto il film con un cadenzato “voiceover”, innovativo per la sua interattività: parla al pubblico, si scusa per qualche scena di troppo, riavvolge la pellicola e porge i saluti alla fine. Ne consegue una matrice comica di fondo che sovrasta i toni drammatici di qualche scena; se a ciò aggiungiamo una manifesta satira al cinema stesso – dalla brutta figura di un maldestro Robocop alla buffa rappresentazione di un horror a basso budget – comprendiamo di trovarci di fronte ad un thriller del tutto particolare: né serio, né demenziale, insomma pulp. Con Kiss Kiss Bang Bang, Shane Black tenta così di compiere con l’action thriller quel salto che Wes Craven ha fatto nell’horror grazie a Scream: le regole di un genere vengono palesate nel film stesso, quasi canzonate, ma nello stesso tempo correntemente applicate. Nota di merito per i due protagonisti: Robert Downey Jr. alla terza riconferma tra la schiera dei grandi nel giro di un anno e Val Kilmer sempre piuttosto credibile. Il resto fa comparsa, anche la bella Shannyn Sossamon, riconoscibile solo dall’inconfondibile taglio degli occhi. Lo stile asciutto e la buona fotografia del Michael Barrett di C.S.I. rendono Kiss Kiss Bang Bangun prodotto di buona qualità, ma anche la Warner è cosciente della probabile breve vita in sala di questo film, che verrà apprezzato meglio in home video.

di Alessio Sperati