Le originali iniziative di Itis Galileo e Balenablanca

I laboratori abruzzesi del Gran Sasso, le grotte marchigiane di Frasassi, i Sassi di Matera. Il Teatro trattato con sufficienza dai nostri governanti, ha deciso di andare a cercare altre ambientazioni. Ad aprire le scene underground il 22 aprile scorso (con replica il 29 aprile) le Grotte di Frasassi, nel Comune di Genga, a pochi chilometri da Fabriano (AN) con Le notti bianche, uno dei capolavori di Fedor Dostoevskij, diretto dal maestro Henning Brockhaus e interpretato da Lucia Bendia e Francesco Bonomo, che unisce la magia del teatro all’emozione di uno scenario unico al mondo, riservato a soli 300 spettatori.

Le Grotte di Frasassi, con i loro 30 Km di intrecci di cunicoli e caverne su differenti livelli geologici, caratterizzati da enormi e suggestivi stalattiti e stalagmiti, rappresentano uno spettacolo unico in natura. Il gioco dei riflessi nell’acqua, le luci irreali e la sospensione delle coordinate spazio temporali, sono risultate ideali per l’opera di Dostoevskij ambientata a San Pietroburgo dove in certi periodi dell’anno il sole tramonta dopo le 22. In questo luogo metafisico gli spettatori seguono le vicende dei due protagonisti nei diversi “luoghi”  delle grotte, si spostano insieme agli attori nel ventre della Terra seguendo da vicino i dialoghi e i vari “cambi scena”.

Il 25 aprile Marco Paolini ha fatto accendere per la prima volta le telecamere televisive nei laboratori sotterranei dell’Istituto di Fisica Nucleare del Gran Sasso, per far conoscere ai 45 ricercatori presenti (il numero massimo previsto nei sotterranei dell’INFN) e ai quasi due milioni di telespettatori di La7 il suo ITIS Galileo. Nella Sala centrale dei Laboratori, in un’atmosfera alla Blade Runner, con dietro il palcoscenico l’esperimento Icarus per lo studio, tra l’altro, delle interazioni dei neutrini, Paolini rappresenta Galilei, il rivoluzionario padre della fisica moderna capace di “Fare le cose più straordinarie della sua vita a partire dalla sconfitta”.

Paolini spiega le figure di Platone, Aristotele, Tolomeo, le prime scoperte di Galileo, la costruzione del cannocchiale, con riferimenti a Keplero, Giordano Bruno, Copernico, a Papa Urbano VIII, l’astronomo, che  invita Galilei in Vaticano, in un crescendo di colpi di scena che porta ad un finale di gioia scandito dal celebre ”eppur si muove” e da parole di Giordano Bruno, prese come omaggio-orazione funebre per Galilei che non ebbe funerali perché in odore di eresia.

Il 29 e 30 aprile sarà la volta dell’opera Balenablanca che l’attore Massimo Lanzetta porterà nella ”Casa Cava” dei rioni Sassi di Matera che, come il ventre della balena Moby Dick del romanzo di Melville, sarà adattata per accogliere un’opera teatrale alla ricerca dell’anima e dell’esperienza dell’uomo tra i flutti della vita. Con l’apporto di artisti locali che lo affiancheranno, del supporto musicale delle giovani sassofoniste del Conservatorio “Egidio Romualdo Duni” e di quadri policromi in movimento che introdurranno gli spettatori nel ventre della balena, Lanzetta ripercorrerà la sofferenza e il coraggio del Capitano Achab nella sfida lacerante con la “Balena”. Il lavoro, che si contraddistingue per l’originalità interpretativa e per l’ambientazione, ha consentito di attivare il recupero della Casa Cava per la produzione di attività culturali.