A quarant’anni dall’assassinio del Presidente della Regione Sicilia, Piersanti Mattarella, il regista Aurelio Grimaldi torna al cinema di denuncia con Il delitto Mattarella, dedicato a una figura ingiustamente dimenticata, nelle sale dal 2 luglio con Cine1 Italia. Il regista, che sottolinea come né a Roma né a Milano esista una via dedicata a Mattarella, ha scritto una sceneggiatura densa di fatti e documenti, con l’intento di combattere l’oblio in cui è caduta la vicenda.
Il risultato è un intenso film di impegno civile che pur non proponendosi come documentario si basa su fatti accaduti e non teme di chiamare in causa le persone che vi erano coinvolte. Un vero e proprio tributo alla memoria del fratello dell’attuale Presidente Della Repubblica, cui partecipa il ricco cast siciliano composto da David Coco e Donatella Finocchiaro nei panni dei coniugi Mattarella, Antonio Alverario, Claudio Castrogiovanni, Nicasio Catanese, Vincenzo Crivello, Francesco Di Leva, Lollo Franco, Sergio Friscia, Ivan Giambirtone, Leo Gullotta, Guia Jelo, Francesco La Mantia, Vittorio Magazzù, Tuccio Musumeci, Tony Sperandeo, Andrea Tidona.

E’ il 6 gennaio 1980. Mattarella si sta recando a Messa con la famiglia, un giovane si avvicina al finestrino dell’auto spara a sangue freddo e lo uccide. Il delitto appare anomalo per le sue modalità. Ad occuparsi per primo della vicenda è il giovane Sostituto Procuratore di turno Pietro Grasso, futuro Procuratore Antimafia e Presidente del Senato, prosegue le indagini il giudice istruttore Giovanni Falcone, che scoverà pericolose relazioni tra Mafia, Politica, Nar e neofascisti, banda della Magliana, Gladio e Servizi Segreti. Il film ricostruisce il clima politico che ha preceduto l’omicidio. Mattarella è totalmente avversato dai capicorrente siciliani del suo partito. Non disturbava solo gli equilibri in essere nella DC ma entrava a gamba tesa sugli affari e gli accordi tra politica e mafia che per toglierlo di mezzo si allea con l’estrema destra romana in cambio dell’evasione dal carcere palermitano dell’ Ucciardone del leader neofascista Concutelli. Ma l’omicidio Mattarella è anche la storia di una famiglia, di esseri umani, di valori e ideali perseguiti con sincero spirito di servizio e afflato solidale: aspetti che nel film hanno un ruolo centrale. Aurelio Grimaldi ripercorre quei tragici giorni con occhio attento e sensibile, facendo senza timore nomi e cognomi, mostrando come non solo all’interno dello stesso partito a cui apparteneva l’integerrimo Mattarella ci fossero fiancheggiatori della mafia collusi con esponenti del movimento neofascista entrato a far parte dell’efferata.