A 40 anni dalla scomparsa, avvenuta il 3 giugno 1977, la Cineteca di Bologna e l’Istituto Luce – Cinecittà annunciano una giornata in ricordo di Roberto Rossellini il 24 giugno a Bologna, in occasione dell’inaugurazione della 31ª edizione del festival Il Cinema Ritrovato, promosso dalla Cineteca di Bologna fino al 2 luglio.
Un anniversario che coincide con l’ultimo film di Roberto Rossellini e con la realizzazione di una delle opere architettoniche più emblematiche e imitate della contemporaneità, il Centre Georges Pompidou. Rossellini è il regista scelto per girare le immagini dell’avveniristica novità nel cuore di Parigi. Ma il 1977 è anche l’anno della morte del regista di Roma città aperta, e il film Beaubourg si trasforma nel testamento autoriale di Rossellini, il suo ultimo documento filmato.
Il Cinema Ritrovato lo riporta alla luce, compiendo la sua missione di trasmissione del patrimonio cinematografico e della cultura.
È da questo desiderio che nasce la tavola rotonda con autori di diverse generazioni, pur tutte segnate dalla lezione rosselliniana. E se il Neorealismo si è imposto nella storia come una delle massime espressioni culturali del nostro Paese nel mondo, ecco che di nuovo oggi l’Italia, in un momento di grande difficoltà per il cinema, torna a rivitalizzare la scena internazionale grazie a una comunità di giovani autori che hanno fatto tesoro della lezione neorealista.
La giornata di sabato 24 giugno si aprirà (alle ore 14.45 alla Cineteca di Bologna in Piazzetta Pasolini) proprio con la proiezione del film di Roberto Rossellini realizzato durante la costruzione del Beaubourg, presentato dal produttore Jacques Grandclaude, da Renzo Rossellini, dal direttore della Cineteca di Bologna Gian Luca Farinelli e dal presidente dell’Istituto Luce – Cinecittà Roberto Cicutto.
A seguire, la tavola rotonda con Marco Bellocchio, Leonardo Di Costanzo, Roberto De Paolis, Annarita Zambrano, Jonas Carpignano, mentre, a chiusura di programma, le immagini realizzate dallo stesso Jacques Granclaude che ritraggono Roberto Rossellini al lavoro al Beaubourg: “Il Beaubourg è un fenomeno importante”, dichiarò Roberto Rossellini. “Ho osservato il fenomeno. Non ho utilizzato nel film né musica né narratore. Ho voluto mostrare il Beaubourg. Ho nascosto dozzine di microfoni e ho raccolto tutte le voci del pubblico che corre in massa al Beaubourg”.
Cosciente dell’importanza storica del momento, Jacques Grandclaude chiese a Rossellini di poterlo filmare passo dopo passo, inquadratura dopo inquadratura, durante l’intera realizzazione del film. Convinto da questo approccio che, sorridendo, definì “da entomologo”, lui, che non aveva mai accettato che lo si filmasse in questo modo, divenne l’attore principale di una “lezione di cinema”.