Un film per bambini vietato ai bambini

Esistono storie e personaggi del mondo del fumetto che funzionano sulla carta ma non sullo schermo, come nel caso de I Fantastici Quattro. Tutti i tentativi di traduzione per il cinema di uno dei fumetti più longevi e di maggior successo di casa Marvel (l’ultimo dei quali è del ’94), si sono dimostrati un fallimento, a tal punto che i produttori Bernd Eichinger e Chris Columbus hanno atteso oltre un decennio che arrivasse la sceneggiatura giusta e che le tecnologie al servizio dell’effettistica digitale facessero i giusti passi avanti. Per chi non conoscesse la storia ricordiamo che i quattro in questione componevano, insieme all’industriale Victor von Doom, l’equipaggio di un volo spaziale di ricerca scientifica, investito da una tempesta cosmica che ne ha alterato il Dna. Tornati sulla terra i membri di quella missione devono iniziare a fare i conti con gli “effetti collaterali” del loro viaggio. Il valente scienziato Reed Richards (Ioan Gruffudd) scopre di essere diventato letteralmente di gomma riuscendo ad allungare smisuratamente ogni parte del suo corpo, la sua ex Sue Storm (Jessica Alba), ora nuova fiamma di von Doom, riesce a rendersi invisibile e a generare campi di forza. Ci scappa qualche risata quando Sue è costretta a fare veloci streaptease lungo la strada per rendersi completamente invisibile. Suo fratello Jimmy (Chris Evans) può ricoprire il suo corpo di fiamme a tale intensità da diventare una “supernova” e Ben Grimm (Michael Ciklis) si ritrova rinchiuso in una tonnellata di roccia. L’altro elemento a bordo della navetta era Victor von Doom, anche lui con qualche problemino scoperto solo al ritorno a casa tipo un corpo di metallo e proprietà di controllo dell’elettricità.

Il regista de La bottega del barbiere e New York Taxi si è trovato molto a suo agio a dirigere un film dinamico tra raffiche di gag ed effetti speciali, molto meno è riuscito a dare spessore alla storia e ai personaggi ereditati da Stan Lee, che non riescono mai ad emergere dal bitume digitale di cui sono ricoperti. Difficile pensare ai poteri dei F4 senza effetti speciali, ma la loro interazione come squadra è più volte penosa e si riduce a un paio di scene. Il resto è gag: Reed allunga il braccio per prendersi la carta igienica, Johnny si esibisce per rimorchiare ragazze e Ben Grimm porta sullo schermo una parodia di Elephant Man. Quello poi che doveva essere un pregio del film, ovvero il realismo di certe ricostruzioni fisiche, come il corpo roccioso della Cosa, si rivela un difetto quando guardiamo quel costume di gomma di sette centimetri di spessore fare le pieghe sul collo. Anche Stan Lee sembra ormai ubriacato dal successo e dai milioni di dollari che le sue creature hanno fruttato sul grande schermo e in questo film si concede il lusso di un cameo importante nei panni del postino Willie Lupkin. Per fare un paragone si è dimostrato un film più maturo Gli Incredibili, con un forte richiamo ai F4, ma con uno spessore umano dei personaggi ben diverso. Ultima cosa che crea un certo sconcerto è il divieto PG-13 negli Stati Uniti per i F4 dovuto alla vista in una scena della biancheria intima di Jessica Alba: vietare ai bambini un film per bambini è un altro dei paradossi di Hollywood.

di Alessio Sperati