Buoni a Nulla. Tutt’altro! Almeno al cinema Gianni Di Gregorio e i suoi attori ci sanno proprio fare, smentendo il titolo del film, presentato al Festival di Roma, e dal 23 ottobre nelle sale con BiM. Risate e applausi hanno accolto l’autore-regista romano, che conferma l’ottima prova del suo Pranzo di Ferragosto con questa nuova commedia originale, ironica, delicata, esilarante, di cui è anche protagonista con Marco Marzocca, Anna Bonaiuto, Marco Messeri, Valentina Lodovini, Gianfelice Imparato, Daniela Giordano, Camilla Filippi. Un colore in più lo danno gli amici Ugo Gregoretti e l’avvocato Giovanna Cau nelle loro gustose, piccole apparizioni.
Ha aspettato tre anni dal suo secondo film (Gianni e le donne) perché, spiega Di Gregorio, “mi ci vogliono mesi di sofferenza per mettere a fuoco l’idea, poi la scrittura è più veloce” . “Invece è attento anche alla punteggiatura”, confessa il cosceneggiatore Pietro Albino Di Pasquale, anche se poi sul set lascia improvvisare parecchio i suoi attori che, a ragione, definisce “potenti”.

Stavolta Gianni, a un passo dalla pensione, vede scivolar via l’ambito traguardo, è trasferito in periferia, dove deve vedersela con un capufficio incompetente ma servile (Imparato), una capo struttura molto sensibile ai servili (Bonaiuto), una collega maggiorata e incapace (Lodovini) che sfrutta il collega bravo e generoso (Marzocca), che non sa mai dire di no. Capìta l’antifona, Gianni si fa largo mettendosi a totale servizio della capa e del suo adorato cagnolino, ottenendo così un ufficio comodo con ricco frigobar, dove continuare a non fare nulla. Tanto è servizio pubblico! Cercherà però di svegliare il collega schiavizzato, spronandolo ad arrabbiarsi, a farsi rispettare.
“Mi sono chiesto se uno mite potrà mai cambiare secondo i canoni contemporanei che ci vuole tutti vincenti – dice Di Gregorio -. Forse se diventi furbo e prevarichi gli altri rompi l’armonia, ci vuole equilibrio. Io nella vita sono come mi vedete nei miei film – confessa -, non riesco mai a dire di no, al massimo scappo, mi eclisso (come fa nel film per saltare una riunione condominiale). Anche i cattivi dimostrano mitezza, spesso sono costretti dal ruolo, sono il contraltare dei veri cattivi”.

“Ho amato la dolcezza del mio personaggio che non riesce a diventare cattivo – dice Marzocca (che in una scena allo specchio fa un esilarante omaggio al De Niro di Taxi Driver)-. Da certi fastidi puoi prendere le distanze ma sei mite non puoi diventare tigre”. Messeri, che qui è un dentista-psicologo, definisce la sceneggiatura molto “profumata”. “Gianni è un Tati italiano, io vado come uno schiacciasassi nella sua mente, la frizione è divertente”. “Adoro la svagatezza di Gianni –aggiunge Bonaiuto -, i suoi personaggi innocenti e mascalzoni raccontati con tanta delicatezza”.
“Vi siete divertiti troppo, la prossima volta non vi pago” apostrofa gli attori il produttore Angelo Barbagallo, che appare all’inizio in un gustoso cameo. “Io metto in moto il film – spiega -, recitare con Gianni non è facile come sembra, bisogna capire il suo mondo, entrarci in sintonia”.