Il compagno di liceo di Francis Ford Coppola e fotografo sul set di Guerre Stellari, Carroll Ballard, regista oggi sessantasettenne, torna al suo cinema migliore, quello che unisce uomo e natura, amicizia e fedeltà, riso e lacrime. Il suo esordio cinematografico, The Black Stallion, fu un vero successo con due nomination agli Oscar e due premi della critica statunitense ed ha molto in comune con questo suo nuovo film, Duma, racconto di una tenera e commovente amicizia tra il piccolo Xan (Alexander Michaletos) e un ghepardo raccolto insieme al padre (Campbell Scott) quando, ancora cucciolo, vagava sperduto lontano dalla sua riserva. Sebbene Xan abbia allevato Duma (il nome significa ghepardo in swahili) come un animale domestico, il ragazzo è ben cosciente del fatto che un giorno dovrà liberarlo.

Il cinema di Ballard ama smussare quelle distanze che noi “animali metropolitani” poniamo tra l’uomo e l’animale selvaggio, sin dal suo primo The Black Stallion del 1979, per continuare con Never Cry Wolfdel 1983, storia di un uomo che decide di vivere in mezzo ai lupi basata sul romanzo di Farley Mowat. L’elemento migliore dei suoi film è inoltre la rispondenza alla realtà: spesso le sue storie sono vere, come nel caso di Duma, tratto dal racconto How It Was With Dooms scritto da Xan Hopcraft e da sua madre. Anche il ghepardo ritratto nel film – in realtà ne sono stati usati cinque – non è frutto di una qualche magia digitale. Osservando Duma veniamo catturati sia dalla bellezza della vicenda, che da quella dei paesaggi sudafricani ritratti, stupendo affresco per un viaggio intenso di crescita intrapreso da due creature simbiotiche.

di Alessio Sperati