“Se sei libero di decidere della tua vita hai già il potere”. Ne è convinta Kasia Smutniak protagonista di Domina, la prima femminista della storia, nella nuova serie Sky Original.  Ambientata nell’Antica Roma, più attuale che mai negli intrighi e nelle cospirazioni,debutterà per intero su Sky e NOW il 14 maggio, con tutti gli otto episodi subito disponibili. Prodotta da Sky Studios, Fifty Fathoms e Tiger Aspect Productions con Cattleya, questo accattivante peplum racconta per la prima volta dal punto di vista delle donne le lotte per il potere durante il principato di Gaio Ottaviano, il celebre Cesare Augusto, primo imperatore romano.

Un dramma epico e insieme un racconto estremamente contemporaneo, per una grande coproduzione internazionale, girata nei Cinecittà Studios di Roma, che segue la vertiginosa ascesa della terza moglie di Gaio, Livia Drusilla (Smutniak, e nei primi due episodi da giovanissima, Nadia Parkes), la prima donna a esercitare il potere a Roma, che segnò le sorti della vita politica della città nel suo più cruciale momento di crisi. La sua incredibile storia ridefinì completamente le aspirazioni che a quel tempo una donna poteva perseguire, finendo per segnare per sempre le sorti dell’Impero Romano. Lo scrittore Simon Burke,autore di soggetto e sceneggiatura, propone uno sguardo totalmente nuovo su quel periodo così denso di intrighi e di dramma, su come si possa perdere la democrazia in modo lento e impercettibile.
“Il punto di vista femminile è forte in questa storia violenta, crudele, di lotta per la sopravvivenza – sottolinea Kasia -. E’ anche una storia d’amore molto passionale e poco raccontata tra Livia e Gaio, dove la politica passa per le camere da letto. Mi ha affascinata la sua determinatezza, eccezionale per quell’epoca”.  

Un Kolossal appassionante, dove anche la famiglia è al centro della storia, affidata a un grande cast multiculturale con Liam Cunningham nel ruolo di Livio, padre di Livia Drusilla, Isabella Rossellini è la matrona Balbina, Matthew McNulty il futuro imperatore Gaio Ottaviano, nei primi due episodi interpretato da Tom Glynn-Carney; Claire Forlani è Ottavia; Christine Bottomley – Scribonia, prima moglie di Gaio nonché acerrima nemica di Livia; Colette Dalal Tchantcho è Antigone, prima fidata ancella di Livia e poi donna libera e sua confidente; Ben Batt è Agrippa, amico d’infanzia di Gaio Ottaviano, suo generale e poi console. Un’epoca in cui la Storia si scriveva sempre al maschile, mentre le donne potevano venire maritate a 13 anni dalle famiglie, che le usavano come pedine di scambio per giochi di alleanze. Eppure, non era tutto così semplice. Le decisioni chiave di un Impero, infatti, non meno che in Senato o sui campi di battaglia, si potevano prendere tra le mura domestiche. E qui, una padrona di casa poteva fare la differenza.

Domina è ambientata durante il regno di Augusto, primo imperatore romano, ma viene raccontata attraverso l’incredibile storia vera della moglie Livia Drusilla. Seguiamo Livia dal suo esilio fino al ritorno a Roma, determinata a riconquistare quel che le è stato sottratto, figli compresi. Ci riuscirà, brillantemente, sposando l’uomo che tutto le aveva tolto. Al compimento dei 30 anni, Livia ha recuperato proprietà, status e molto di più. Ma il suo amato padre, intanto, è morto combattendo per la Repubblica, contro lo stesso Augusto, che ora è suo marito. Ben presto Livia realizzerà che non basta prendere il potere, occorre essere in grado di tenerlo in pugno quando tutti gli altri lo bramano per sé.
Il Premio Oscar® Gabriella Pescucci  ha curato i costumi,  ispirandosi anche agli affreschi pompeiani. Luca Tranchino  la scenografia, Katia Sisto il make-up e Claudia Catini l’hair design.  Dietro la macchina da presa per i primi tre episodi la regista Claire McCarthy ,  David Evans  per gli episodi 4, 5, 7, 8 e Debs Paterson l’episodio 6. “Costruire un mondo epico, senza sbavature e molto strutturato, assicurando al contempo un collegamento empatico con le vite interiori di personaggi così complessi e bilanciando storia e dramma – ha sottolineato McCarythy – si è rivelato un delicato gioco di equilibrismo”.