La dura realtà portata al cinema. Il cinema della realtà. E’ la strada scelta da Xavier Dolan per raccontare le difficoltà di relazione in molti rapporti familiari. Stavolta il ventisettenne regista, considerato l’ enfant prodige del cinema canadese, le travasa nel film bello e struggente E’ solo la fine del mondo, dal 7 dicembre nelle sale con Lucky Red. Vincitore del Grand Prix della Giuria a Cannes, candidato all’Oscar per il Canada come miglior film straniero, è un pugno nello stomaco grondante poesia, la ruvida poesia del faticoso, rabbioso vivere quotidiano di una famiglia qualunque.

La storia è tratta dall’omonimo testo teatrale di Jean Luc Lagarce che Dolan ha sceneggiato affidandolo a un cast eccezionale, con Gaspard Ulliel nei panni del giovane tormentato scrittore di successo che torna in famiglia dopo dodici anni per comunicare ai suoi una notizia importante. Nathalie Baye è la svitata madre che aspettando l’arrivo del figlio soffoca l’ansia laccandosi le unghie; Léa Seydoux, la sorellina ansiosa di scoprire finalmente da adulta il celebre semisconosciuto fratello; Vincent Cassel, il nevrotico, frustrato fratello maggiore che s‘infiamma per un nonnulla; Marion Cotillard la remissiva cognata che sembra l’unica del gruppo disposta a capire.

Dolan, che lo considera il suo primo film in età adulta, non stacca mai la macchina da presa dai loro volti enigmatici, stravolti, rabbiosi, solo a tratti sorridenti o felici, per carpirne ogni battito di ciglia, lasciando lo spettatore col fiato sospeso. Rispetta i temi affrontati da Lagarce, le emozioni dei personaggi, urlate o soffocate, le loro imperfezioni, la loro solitudine, i loro complessi di inferiorità, il loro linguaggio, intessuto di ripetizioni, esitazioni, errori grammaticali. “Edulcorarlo avrebbe significato banalizzare l’autore – spiega -,. Non mi importa che si ‘senta’ il teatro in un film, che lo nutra”.
La musica di Gabriel Yared, racconta, lo ha colpito dritto al cuore, lo ha voluto per la colonna sonora che è stata composta in soli sei giorni e aiuta il film a lasciare il segno.